Il funerale di mons. Oscar Battaglia nella cattedrale di San Rufino

“Per quanti lo abbiamo conosciuto, don Oscar si è come identificato con la Parola, meditata, insegnata, testimoniata. È forse il tratto della sua personalità che ci rimarrà più scolpito nella memoria.  Della Parola egli viveva. Ne era innamorato. La accostava con la sapienza di esegeta colto, attento alle tendenze della cultura biblica più aggiornata, ma sempre con equilibrio, senso critico e discernimento ecclesiale”. Lo ha detto il vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, all’omelia delle solenni esequie di monsignor Oscar Battaglia celebrate martedì 23 luglio nella cattedrale di San Rufino ad Assisi.

I funerali di mons. Oscar Battaglia

Il clero diocesano, religiosi e religiosi, autorità civili, tra le quali il sindaco di Assisi Stefania Proietti, ed ecclesiastiche ma anche tantissimi fedeli hanno partecipato ai funerali del sacerdote diocesano, importante biblista grande conoscitore della Sacra Scrittura e della Terra Santa che è stato, tra l’altro, preside del Seminario regionale e della Facoltà di scienze religiose. Ha concelebrato il vescovo emerito di Gubbio, monsignor Mario Ceccobelli in rappresentanza dei vescovi Umbri e tanti religiosi e sacerdoti diocesani e di altre diocesi.

L’omelia del vescovo Domenico Sorrentino

“Soprattutto – ha aggiunto il vescovo durante l’omelia – si era dato come programma di vita quello di renderla accessibile a tutti, riflettendone la luce sul versante del mistero divino, sempre più grande dei nostri pensieri, e sul versante del mistero dell’uomo, nella concretezza delle sue espressioni, delle sue traversie, delle sue sfide. Una Parola, insomma, che illumina tutto e a tutto dà senso, ma in modo non magico, dando risposte che suscitano domande ulteriori e chiedendo una ricerca inesausta, mai conclusa finché siamo su questa terra. Si è dedicato a questa missione con incredibile generosità. Non si negava ai mille inviti, dovunque scorgeva il bisogno sincero che la Parola venisse spezzata come pane nutriente. In diocesi lo abbiamo visto attivo nel preparare ogni anno i preziosi quaderni della Scuola di Bibbia e vita cristiana, e lo ha fatto fino a che le dita non sono diventate così tremule da non governare più la tastiera di un computer. Quando gliene feci l’ultima richiesta, non mi disse no, ma mi mostrò le dita. Lo sguardo diceva un infinito rammarico. Ha continuato a fare esegesi con la sua sofferenza accolta con fede. Tanti lo ricorderanno non solo come interprete del Libro santo, ma anche come guida alla Terra Santa, della quale conosceva tutti gli angoli, sapendo dire parole che si inchiodavano nell’animo per sempre”.

Al termine del rito funebre la cara salma è stata tumulata presso la cappella del Seminario nel cimitero di Assisi.

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