Dopo cinque anni di attività, il Fondo di solidarietà delle Chiese umbre per le famiglie in difficoltà a causa della perdita del lavoro dovuta alla crisi economica ha concluso il 2014 raggiungendo la somma di 3 milioni di euro (3.322.230,84), frutto della generosità di tanti privati benefattori, parrocchie, comunità religiose, enti e istituzioni come la Regione Umbria, istituti di credito, realtà produttive e soprattutto la Consulta delle sei Fondazioni Casse di risparmio dell’Umbria (Perugia, Terni e Narni, Foligno, Orvieto, Spoleto, Città di Castello).
Tali Fondazioni hanno contribuito con oltre il 42% dell’intera somma ottenuta con le cinque raccolte tenutesi dal 2009 a oggi. Le raccolte hanno permesso di aiutare 2.308 nuclei familiari in difficoltà. Le spese di gestione del Fondo durante il periodo delle cinque “raccolte” non hanno superato i 500 euro (imposte di bollo di c/c bancario, ecc.).
Significativo il caso di 73 famiglie che hanno rinunciato all’aiuto per aver ritrovato il lavoro o per essersi trasferite fuori regione, permettendo ad altre famiglie di accedere al sostegno. Un aiuto che non può risolve tutti i problemi, ma testimonia la vicinanza e la solidarietà di tanti verso chi è in difficoltà. Per i gesti di generosità che questa iniziativa ecclesiale ha fatto nascere in cinque anni, la Ceu esprime la sua soddisfazione e gratitudine a quanti si sono prodigati affinché il Fondo di solidarietà proseguisse la sua opera negli anni della crisi.
Come non ricordare poi, tra i “piccoli benefattori”, gli alunni di alcune scuole della città di Terni, che hanno raccolto oltre 11 mila euro? Così come la recente iniziativa canoro-musicale organizzata in alcune comunità della zona pastorale del Nestore (diocesi di Perugia), che ha visto impegnati bambini e ragazzi delle corali parrocchiali a Papiano e a Castello delle Forme, dedicata appunto alla raccolta per il Fondo.
Né vanno dimenticati gli oltre mille bambini delle parrocchie di Perugia – Città della Pieve che, durante l’Avvento 2012, hanno realizzato il dvd Cantiamo insieme la speranza, il cui ricavato è stato devoluto all’attività del Fondo.
Non è solo importante quanti euro vengono raccolti: anche quante persone si attivano e si lasciano coinvolgere da iniziative che educano alla carità. Inoltre, non poche sono le persone che giungono periodicamente nelle Caritas diocesane e parrocchiali per lasciare anche solo una banconota da 10 euro per l’attività del Fondo. Se tutti i 900 mila e più umbri seguissero quest’esempio, potrebbero essere aiutate il triplo delle famiglie rispetto a quelle sostenute fino a oggi.
Un paradosso della crisi, che non possiamo non segnalare: da una recente ricerca che affronta il problema della “ludopatia”, in Umbria si è arrivati a giocare ogni giorno quasi 3 milioni di euro, tra slot, “gratta e vinci”, biglietti di lotterie… e molti si impoveriscono nel giocarsi tutto, anche la propria piccola azienda. Si tratta di povertà non solo materiali.
Con il perdurare della crisi – causa anche del crescente numero di lavoratori a rischio occupazione (in Umbria i cassaintegrati sono arrivati a 24 mila e i disoccupati a 41 mila) – i Vescovi hanno deciso di proseguire l’attività del Fondo per il 2015, promovendo in tutte le parrocchie delle otto diocesi della regione la raccolta di offerte in Quaresima.
I contributi così distribuiti nelle diocesi
Le somme raccolte dal “Fondo di Solidarietà” dal 2009 ad oggi hanno permesso di aiutare 2.308 nuclei familiari in difficoltà:
Archidiocesi Perugia-Città d. Pieve: 793;
Diocesi di Terni-Narni-Amelia: 394 ;
Archidiocesi di Spoleto-Norcia: 251;
Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino: 192;
Diocesi di Città di Castello: 224;
Diocesi di Orvieto-Todi: 190;
Diocesi di Foligno: 172;
Diocesi di Gubbio: 92.
Sul sito www.chiesainumbria.it (sessione “iniziative”) sono pubblicati i dati aggiornati al 31 dicembre 2014 dalla Segreteria generale del “Fondo” relativi a ciascuna Diocesi.