Me lo porto dentro da non so quanto tempo, più forte di me, il cruccio interiore causato nella mia ‘animu-la vagu-la’ dall’ormai consolidata ascesa degli attori al ruolo di ‘maÈtres à penser’. Per secoli gli attori sono stati tra gli emarginati e oggi’ Oggi in Tv i reality show sono giustamente loro monopolio, perché le sciapate devono farle gli sciapi. Ma come fanno il Gran Ciambellano Bruno Vespa o il Bambinprodigio Enrico Mentana a chiamarli a ‘dire la loro’ nei loro importanti talk show? Sono in grado, gli attori, di ‘dire la loro’? Hanno ‘una loro’ da dire? Fino all’altro ieri erano emarginati. Poi, soprattutto da quando in Tv lo strumento è diventato il contenuto, sono emersi. Fino all’altro ieri avevano un reddito aleatorio e da cani. I potenti li trattavano come buffoni di corte. Erano impegnati allo spasimo a mettere insieme ogni giorno il pranzo con la cena. Oggi nuotano nell’oro, in genere. Esemplare, da questo punto di vista, la vicenda di Mozart: se non avesse avuto quella sua’ ‘abitudine’ di comporre migliaia di pagine di musica sublime senza mai correggerne un rigo, la pila delle sue opere non arriverebbe, come arriva, ai tre metri di altezza; e lui sotto i tre metri di altezza, avrebbe fatto la fame. Vivesse oggi, userebbe cucchiai d’oro a pranzo e a letto lenzuola di batista, da far invidia ai fazzoletti di Pavarotti l’Irsuto. Emarginati. A Gubbio diciamo ”N fa’ l’attore’, per dire ‘Cerca di essere serio!’. Emarginati. Tornare ad emarginarli? Eccessivo (oltre che impossibile), ma una ridimensionata’!! No?!? L’altra sera il mio serotino ‘zapping’ è incappato in Olivia Hussey che faceva l’adultera. Ho visto solo una piccola parte del film, e dunque non saprei dire se l’adulterio sia stato raccontato per allusioni velate (come al tempo dei telefoni bianchi), o con quella spudorata dovizia di particolari anatomici di cui oggi fanno sfoggio anche le pellicole che le suore educatrici perpetue proiettano per le loro perpetue educande. Non saprei, ma il solo fatto che l’attrice che allora, nel ‘Gesù’ di Zeffirelli, impersonava Maria di Nazareth impersonasse, adesso, su Sky, una comunissima adultera, mi ha rinfocolato il cruccio che mi scassò il piloro quando seppi che l’attore che aveva impersonato san Francesco nel film della Cavani subito dopo aveva girato da protagonista uno dei film reclamizzati come il massimo dell”osé’, ‘Sette (o nove?) settimane e mezzo’, mi pare. Come può assurgere, gente del genere, a ‘maÈtre à penser’? Ma il passaggio da un ruolo ad un altro diametralmente diverso, questa specie di bagno turco dello spirito, non danneggia l’equilibrio di chi lo pratica? Una puntina di schizofrenia? No? Uno sdoppiamento di personalità simile a quello di cui soffriva l”ossesso’ della sinagoga di Cafarnao, giusta il Marco di domenica scorsa? Per quello ci fu Gesù, a liberarlo dalla sua falsa pace, ma questi chi li libera dalla loro incancrenita presunzione?
Il cruccio
AUTORE:
Angelo M. Fanucci