L’assenza improvvisa di Mikhail Gorbachev, presidente di Green Cross International, è stata accolta con comprensibile rammarico. Avrebbe dovuto illustrare la “Carta della Terra”, documento sullo sviluppo sostenibile e la salvaguardia del Creato ed inoltre presentare il libro Terre e Cieli di Dio, Ambiente dell’uomo. Il programma predisposto non ha subito stravolgimenti, tanto che la celebrazione interreligiosa voluta dal “Centro francescano internazionale per il dialogo” (Cefid), diretto da padre Massimiliano Mizzi e parimenti voluta dal Sacro Convento, si è regolarmente svolta giovedì 6 giugno presso la basilica inferiore di S. Francesco, presenti vari rappresentanti delle religioni praticate nel mondo.
Incombeva un flebile grigiore sulla piazza circondata dal porticato soffusamente illuminato, quando dal cortile interno al Sacro Convento è uscito – esteticamente indicativo delle diverse confessioni e quindi altamente suggestivo – il corteo che, dopo pochi passi, ha fatto il suo ingresso in basilica, accolto dalla esecuzione del Cantico delle Creature. I rappresentanti religiosi si sono seduti sotto l’altare maggiore intorno a due ripiani: uno addobbato con un minuscolo olivo e con cinque ceri simboleggianti gli altrettanti continenti; l’altro ricolmo di oggetti rapportabili alle religioni rappresentate nella specifica circostanza. Ha reso omaggio agli ospiti il custode del Sacro Convento padre Vincenzo Coli auspicando un cammino di spoliazione per essere accanto a Dio. La parola è quindi passata all’arcivescovo di Perugia mons. Giuseppe Chiaretti che ha molto insistito sulla sacralità del Creato, donato da Dio come una reggia che l’uomo ha tuttavia profanato, manipolando scriteriatamente le leggi naturali ed attirandosi disgrazie e fenomeni di ribellione. Dopo l’accensione dei cinque ceri la celebrazione è continuata tra canti, letture di testi, pause di silenzio, riflessioni e dichiarazioni. Più volte i vari rappresentanti religiosi hanno rimarcato il ruolo salvifico e la forza della preghiera; più volte hanno riaffermato l’invito a rispettare la Terra instaurando un rapporto con la natura basato sulla coscienza e sull’etica. Gli uomini, cittadini della Terra, sono stati chiamati a compiere lo stesso cammino: difendere l’ambiente, instaurare la pace e la giustizia, esaltare i diritti e la dignità, eliminare l’indigenza e la miseria, il disagio interiore e le malattie. I segnali, è stato notato, non sono affatto incoraggianti ma non può vincere il pessimismo sulla necessità di una azione comune e determinata. Dopo lo scambio della “pace”, seguito dal canto finale, il corteo interreligioso è disceso alla tomba del Santo per un atto di venerazione destinato a fortificare le volontà espresse.