Finora il virus in Africa si è mosso con passo felpato. La popolazione è più giovane e resistente, dicono gli esperti. E in effetti il confronto dei numeri fa pendere la drammatica bilancia di contagiati e morti verso i Continenti asiatico, europeo e americano.
Ma siamo così sicuri che l’Africa sia al riparo dalla diffusione della pandemia? La previsione di Matshidiso Moeti, responsabile dell’Organizzazione mondiale della sanità in Africa, è terribile: “Non solo nell’arco del primo anno potrebbe arrivare a registrare 190 mila vittime, ma potrebbe restare per anni”. Anche se il virus da quelle parti si muove più lentamente, non significa che sia meno letale.
Per questo, se abbiamo imparato la lezione dell’interdipendenza che questo virus ci sta imponendo con tutta la violenza dimostrata in questi mesi, dovremmo correre in soccorso del Continente africano. Per salvare quelle popolazioni sicuramente meno attrezzate a contenere la pandemia, ma anche per preservare noi stessi da nuove ondate.
Il fatto che “siamo tutti sulla stessa barca” è vero a cerchi concentrici, e non può lasciarci indifferenti.
Tonio Dell’Olio