di Nicola Salvagnin
La realtà di tutti i giorni sta evidenziando che la cosiddetta transizione ecologica fatta a suon di slogan, date capestro e scelte improvvide sta rivelandosi un boomerang gigantesco per l’Europa e per l’Italia. Perché non era importante “fare presto”, ma “fare bene”, ovviamente il più rapidamente possibile. Invece le stiamo sbagliando molte se non tutte.
L’ultimatum dell’Ue alle fonti energetiche fossili ha portato le aziende del settore a smettere di trivellare e ricercare idrocarburi. Poi capita la guerra ucraina e la crisi energetica con la Russia, e scopriamo che il metano in realtà per noi è e sarà vitale per ancora molti anni. Peccato non aver diversificato le fonti di approvvigionamento, mentre ci vediamo costretti a usare l’inquinantissimo carbone come prima, più di prima. Eterogenesi dei fini.
All’industria automobilistica, fiore all’occhiello europeo, sono state date scadenze asfissianti di trasformazione dei motori da endotermici ad elettrici: così da scatenare una corsa a certe materie prime, anzitutto il litio per le batterie che non possediamo, che ora strapaghiamo e per le quali non avevamo creato alcuna filiera produttiva.
Ultimo colpo di grazia, la decisione di sospendere la vendita di automezzi alimentati da idrocarburi dal 2035 (la passionaccia populista di fissare una data tonda…): il che determina fin d’ora lo stop a ogni evoluzione e investimento da parte delle aziende automobilistiche, ora concentrate sull’elettrico.
E il quasi sicuro smantellamento e spostamento delle fabbriche dall’Europa a quelle parti di mondo che seguiranno l’esempio europeo sì, ma con decenni di ritardo. Con il caro-energia, difficile stupirsi dell’esistenza di 5,6 milioni di “poveri assoluti” in Italia, quasi tutti concentrati tra anziani, disoccupati e famiglie numerose a reddito fisso. Covid prima, scelte avventate poi, guerre… Se su alcune calamità possiamo fare ben poco, su altre occorre usare il cervello. Ma il Paese ha stanziato miliardi di euro per finanziare la ristrutturazione “energetica” anche delle ville e dei condomini nelle zone-bene, a totale carico dello Stato.