Il corpo è intatto, il suo spirito anche

Ricognizione delle spoglie di San Giovanni da Lodi

Il corpo è stato trovato in ottimo stato di conservazione, proprio come nel 1906. A un secolo fa risalgono vesti e paramenti sacri indossati dal santo vescovo. Dalla mitria donata da tale Angelus Marinelli (nome scritto sullo stesso copricapo), alla pianeta e alle vesti confezionate da altri fedeli e devoti concittadini, fino ai calzari, messi a disposizione da don Giuseppe Cellerari, parroco di Nerbisci. Tra gli indumenti, tutti di pregevole fattura e finemente ricamati, anche la lunga veste bianca, tipica prerogativa dei prelati monaci avellaniti. Sono queste le prime notizie dopo la ricognizione delle spoglie di san Giovanni da Lodi, presule di Gubbio dal 1104 al 1105, vissuto a cavallo tra l’XI e il XII secolo, il cui corpo si conserva nella cattedrale eugubina, effettuate nei giorni scorsi (28 luglio) in preparazione delle solenni celebrazioni per il nono centenario della morte del santo monaco e vescovo che per primo scoprì e valorizzò la fede di sant’Ubaldo. Alla presenza dell’attuale vescovo mons. Mario Ceccobelli, e dell’emerito mons. Pietro Bottaccioli, è stata aperta l’urna collocata sotto uno degli altari laterali. Tra gli intervenuti, sacerdoti e diaconi, anche don Antonio Spilli, custode della basilica di San Massiano a Lodi Vecchio, oltre a personale medico e paramedico, addetti alla documentazione dell’evento. Le operazioni sono state coordinate da don Pietro Vispi, direttore del Tribunale ecclesiastico diocesano e delegato del Vescovo. La ricognizione è iniziata con il giuramento e con un momento di preghiera guidato da mons. Ceccobelli. Poi le spoglie del santo sono state trasferite in una delle sale interne della cattedrale per un primo esame esterno; quindi sono state trasportate, con un’ambulanza del comitato eugubino della Croce rossa italiana, presso l’ospedale civile di Gubbio, dove il corpo del santo vescovo è stato sottoposto a esami adiologici, compresa una Tac. Al termine è stato riportato in duomo, dove la ricognizione è continuata. Ora si attende il responso dell’équipe medica che, nei prossimi giorni, fornirà i risultati dei vari esami. Nato a Lodi Vecchio, fu allievo prediletto di san Pier Damiani, che seguì nell’esperienza eremitica presso l’eremo di Fonte Avellana, appartenuta fino al 1819 alla diocesi eugubina. Proprio da vescovo di Gubbio incoraggiò ed avviò alla vita sacerdotale un giovane conosciuto nella canonica di San Secondo, nel quale intravide subito doti e virtù davvero rare: si trattava di Ubaldo Baldassini, futuro vescovo e patrono della diocesi.

AUTORE: G. B.