L’aula è vuota. Un altro lunedì, e poi un altro e un altro ancora senza consiglieri. Palazzo Cesaroni non “ferve” di confronto politico.Passano le settimane, i mesi, ed il Consiglio regionale si riunisce sempre di meno. “Meglio così – potrebbe dire qualcuno – meno chiacchiere, più fatti”. Invece no: non è così. Perché le commissioni consiliari, che dovrebbero esaminare gli atti di Giunta, le proposte di legge, i provvedimenti, anche quelle stanno ferme. Ingrippata prima dalla necessità di eleggere il proprio presidente, l’assemblea è stata poi bloccata dalla necessità di “qualcuno” (i cossuttiani) di farlo dimettere, quello stesso presidente. E così quelle poche sedute che sono state convocate sono andate praticamente perse in discussioni servite soltanto a tenere affannosamente insieme l’attuale maggioranza (di fatto, assottigliatasi di molto, con l’uscita di Pdci e Verdi). Altre incombenze procedurali non mancano, come quella, tutt’altro che trascurabile, di scrivere il nuovo statuto dell’Ente, per sancire il passaggio al federalismo. Risultato di tutto questo? Che dei problemi veri si parla, spesso con toni esageratamente polemici, sui giornali: basta vedere quanto poco spazio il Consiglio ha dedicato al dopo terremoto. E poi (che fosse questa la chiave “vera” di lettura?) a breve si vota.
IL CONSIGLIO? C’È, MA NON SI VEDE
AUTORE:
Gad