– di Maria Rita Valli –
Domenica pomeriggio l’ordinazione episcopale di mons. Marco Salvi è stato un evento di Chiesa che ha riunito diverse comunità. È sempre uno spettacolo vedere uniti nello stesso luogo e nella stessa preghiera tanti fedeli laici e consacrati, con i loro vescovi e sacerdoti. Lo “spettacolo” è proprio in questo rendersi visibile, in un’unica immagine, della ricchezza dei carismi che che fanno del popolo di Dio un prodigio di diversità e di unità. Le parole dell’omelia del Cardinale Gualtiero Bassetti hanno offerto, per così dire, i sottotitoli con cui comprendere la scena che si stava svolgendo nella cattedrale di Arezzo.
Bassetti, infatti, mentre indicava al neo vescovo e suo prossimo e stretto collaboratore, le caratteristiche di un vescovo, allo stesso tempo delineava le caratteristiche della Chiesa tutta. A partire dall’immagine del “padre buono e capace di amare” proposto dalla liturgia della domenica nella parabola del “figliol prodigo”.
“Sii anche tu un padre”
“Carissimo don Marco non dimenticare mai questa bellissima pagina del Vangelo e sii anche tu un padre, come già lo sei stato per i tuoi parrocchiani, verso coloro che ti verranno affidati, ai quali annunzierai la Parola, li amerai con cuore di padre e di fratello, cominciando dai presbiteri e dai diaconi tuoi collaboratori, e non dimenticare mai i poveri, gli indifesi e quanti avranno bisogno di accoglienza e di aiuto”. E, ha aggiunto, “non essere mai un vescovo che pretenda di comandare con severità”.
“Sii un Vescovo di riconciliazione”
Il Vescovo – e la Chiesa – che Bassetti ha descritto è un operatore di pace. “Sii un Vescovo di riconciliazione, che porta non divisione ma unità, con la coscienza della grande diaconia che ti è affidata”, senza mai dimentare checome dice san Paolo “tutto questo però viene da Dio”, non verrà dalle tue forze o dalle tue capacità, che pure sono tante e ben note a me e ai tuoi parrocchiani, e alla diocesi che ti ha generato. Tu caro Marco vieni da Dio”.
“Le armi di un vescovo sono la preghiera e la liturgia”
Bassetti ha sottolineato le armi che sono in mano al vescovo: “la preghiera e la liturgia” perché, ha aggiunto citando Papa francesco, “la preghiera non è per un vescovo devozione ma necessità, non un impegno tra tanti ma un indispensabile ministero di intercessione: egli deve portare ogni giorno davanti a Dio le persone e le situazioni” che incontra.
Sempre la Parola della domenica ha offerto a Bassetti le parole che “descrivono perfettamente il compito del pastore nella diocesi”, quando “l’Apostolo scrive parlando di sé, definendosi ‘ambasciatore’ nel nome di Cristo, in quanto, ‘per mezzo nostro è Dio stesso che esorta’”. “Anche tu – ha detto rivolgendosi a mons. Salvi – dovrai esortare il nostro popolo, e non solo a parole, ma soprattutto con l’esempio della tua vita, e con la coscienza di essere un ambasciatore non di te stesso, ma di Cristo”.
Le parole di mons. Salvi
“Dovrò rileggermi e studiare l’omelia di Bassetti” ha detto con tono scherzoso mons. Salvi ai giornalisti che lo hanno intervistato terminata la liturgia. Il nuovo vescovo era visibilmente emozionato, sempre più consapevole che con l’ordinazione inizia un nuovo cammino nel quale, come aveva ricordato Bassetti nell’omelia, “davvero ci saranno cose nuove! Quanto lavoro, quanta fatica e quanta gioia… : lo sa solo il Signore”.
Le parole di mons. Salvi nel saluto a conclusione dell’ordinazione, sono state tutte di ringraziamento a “Dio che in questi giorni mi ha fatto sperimentare ancora una volta la sua grande fiducia nei miei confronti” e alle persone che ha avuto accanto nella vita, a cominciare da sua madre, presente, in prima fila insieme a tutta la famiglia.
Il saluto di mons. Fontana
Nel saluto introduttivo alla celebrazione eucaristica, il vescovo di Arezzo mons. Riccardo Fontana, nell’evidenziare il legame di comunione tra le Chiese della Toscana e dell’Umbria, ha parlato di «una celebrazione in “agro-dolce”. Il dolce – ha precisato il presule – è che papa Francesco si è rivolto al nostro Presbiterio è si è preso don Marco per farlo vescovo. Questo è bellissimo perché vuol dire che esiste un’attenzione verso questa Chiesa diocesana. L’agro è che il Papa ci ha portato via prima il vescovo Gualtiero (il cardinale Bassetti, vescovo di Arezzo dal 1998 al 2009, n.d.r), ed ora ci porta via il vescovo Marco, ma noi preghiamo il Signore e siamo riconoscenti di questo momento che ci fa condividere la grazia dello Spirito Santo».
In Cattedrale tanti vescovi e parroci e fedeli
Nella gremita cattedrale dei santi Pietro e Donato di Arezzo, il 31marzo pomeriggio don Marco Salvi, parroco di Anghiari (Ar), è stato ordinato vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve, titolare di Termini Imerese, per l’imposizione delle mani dei cardinali Gualtiero Bassetti, arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve, presidente della Cei, e Francesco Coccopalmerio, presidente emerito del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, dell’arcivescovo mons. Riccardo Fontana, vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro.
Tra i numerosi arcivescovi e vescovi concelebranti, c’erano il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo metropolita di Firenze e presidente della Conferenza episcopale toscana (Cet) e l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu).
Presenti nella cattedrale di Arezzo anche numerosi sacerdoti e fedeli delle parrocchie di origine di mons. Salvi, della diocesi perugino-pievese, di Città di Castello e diversi rappresentanti delle istituzioni civili delle due città capoluogo tra cui il sindaco di Perugia Andrea Romizi.