Una ventina di opere contemporanee (pittoriche, grafiche e scultoree) saranno oggetto della mostra “Quadri per un’esposizione” che si aprirà sabato 23 aprile nella sala del Dottorato presso il chiostro della cattedrale di Perugia.
Si tratta di un piccolo corpus di opere facenti parte di una raccolta più vasta di artisti del XX secolo provenienti da lasciti e donazioni fatti al Capitolo della cattedrale di San Lorenzo e da tempo in deposito presso il museo, “in attesa – spiega la curatrice Alessandra Roila – che si verificheranno, come sostiene il presidente del Capitolo della cattedrale mons. Fausto Sciurpa, le condizioni per allestire l’auspicata sezione di arte contemporanea del Museo del Capitolo”.
“La parte più consistente della collezione – prosegue – è costituita dal lascito di mons. Dino Contini, sacerdote perugino, e dalle donazioni delle famiglie Giovagnoni, Maddoli, Briziarelli e Venanti. Perlopiù si tratta di opere che si rifanno al tema del Sacro, ma visto e interpretato attraverso le diverse sensibilità artistiche degli autori, tanto che le opere non rappresentano solo soggetti sacri. A partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso c’è infatti una maggiore apertura culturale del mondo cattolico, con un conseguente ampliamento del concetto di Sacro nell’arte e un senso di rinnovamento dell’arte sacra”.
“Se infatti – aggiunge Roila – fino al XX secolo il genere sacro aveva coinciso con l’arte cristiana, espressione dell’incarnazione di Dio e del mistero di Cristo, nel corso del Novecento, confrontandosi con la diffusione della secolarizzazione e del nichilismo, con l’affermazione della ‘morte di Dio’, ciò che prima costituiva un senso condiviso adesso diventa frammentazione del senso.
Per cui, accanto all’esigenza di rinnovamento dell’iconografia cristiana di superare i limiti della rappresentazione tradizionale, si avverte una ricerca di senso, senza che questo assuma una dominazione confessionale. Nell’arte questo si esprime attraverso dominazioni differenti: invisibile, spiritualità, misticismo”.
Concetti ed espressioni che si ritrovano anche nelle opere esposte in mostra, quale la Crocifissione di Mariano Villalta, artista spagnolo che di questo rinnovamento è un grande protagonista. “È l’opera della sua maturità – spiega Alessandra Roila -, tipico esempio del Neoespressionismo astratto e materico, a metà tra rappresentazione e astrazione”.
Tracce riconducibili a un’ispirazione religiosa si ritrovano ad esempio nei paesaggi di Giorgio Maddoli, definito l’artista del “paesaggio mistico”, o ancor meglio in quelli di padre Diego Donati, o nei ritratti di Isabella Testoni. Particolare è la tela Suonatore di fisarmonica di Alessandro Bruschetti, opera simbolo della mostra: con la sua “pittura purilumetrica”, incentrata sulle tematiche della luce e dello spazio, è riuscito a realizzare un’opera di un astrattismo molto personale. L’elenco continua con opere di Gerardo Dottori, Nello Palloni, Domenico Purificato.
(La notizia sul sito www.diocesi.perugia.it)