Le Chiese umbre in piazza per l’annuncio di pace

Anno-della-fede,-nuova-evangelizzazione-3Le otto diocesi umbre, sabato 21 settembre, vivranno in forma congiunta un evento regionale di evangelizzazione. Abbiamo chiesto il senso e gli obiettivi di questa serata a mons. Paolo Giulietti, vicario generale di Perugia e membro del comitato organizzatore per il 4 ottobre.

La serata di sabato 21 è un passo importante verso il 4 ottobre con Papa Francesco ad Assisi. Quali sono i motivi ispiratori?

“L’iniziativa si rifà alla tradizione francescana di predicazione itinerante, rivolta soprattutto all’annuncio della pace e della riconciliazione tra le fazioni cittadine. A Perugia si ricorda, tra l’altro, la predicazione di san Francesco e quella di san Bernardino, cui è dedicato un bel pulpito in pietra sul fianco meridionale della cattedrale. Obiettivo della serata è quello di proporre a credenti e a non credenti il Vangelo come via per la riconciliazione con se stessi, con i fratelli e con Dio. Sarà una delle tappe più importanti verso l’incontro di Assisi con Papa Francesco”.

Il brano biblico è il testo di Neemia (8,9) dove il popolo d’Israele è tornato alla fedeltà all’Alleanza, riconoscendo i propri peccati. Non crede che la dimensione di “popolo” si stia frantumando sempre più, sostituita con una accentuata visione individualista della fede?

“Nell’evento del 21 settembre la Chiesa si presenta in piazza come popolo unito dalla comune fede, al di là delle distinzioni e degli interessi individuali. L’annuncio passa anche attraverso l’evidenza di una comunione ricevuta come dono, che diviene risorsa di umanizzazione per la società intera. In effetti, le tendenze individualistiche, indebolendo i legami tra le persone, impediscono quella crescita in umanità che è frutto della relazione: la cultura della diffidenza, della ricerca spasmodica del proprio interesse, della contrapposizione conducono alla dissoluzione della comunità e della persona. La cultura dell’incontro, che Papa Francesco propone con forza come frutto maturo del Vangelo, è qualcosa di cui l’uomo di oggi ha estremo bisogno”.

I Vescovi dell’Umbria, nella loro lettera I passi della fede sulle orme di san Francesco, hanno sottolineato che l’evangelizzazione deve essere la presentazione viva della persona di Cristo. Anche Papa Francesco insiste molto su questo punto.

“L’evento del 21 settembre proporrà tre coordinate importanti: innanzitutto la comunione, perché l’amore reciproco è il grande segno di una vita rinnovata dalla presenza di Cristo; quindi la profezia, perché il popolo di Dio è portatore di una Parola non sua, alla quale deve rendere testimonianza nel mondo; infine la carità, che si sostanzia nel desiderio di incontro con l’altro e nel farsi solleciti dei bisogni concreti dei fratelli (in tutte le piazze saranno raccolte offerte per il Fondo ecclesiale di solidarietà)”.

Una parte importante della serata è il cammino verso la cattedrale (o luogo simbolo della diocesi). San Francesco è stato pellegrino in tanti luoghi, in modo particolare in Terra Santa. Quale responsabilità nasce per la Chiesa umbra nel mettersi in cammino come credenti sentendosi vicini ai fratelli i cristiani nei luoghi di guerra – come in Siria – traducendo in concreto perdono, fede e riconciliazione?

“Una Chiesa pellegrina è una Chiesa umile, che sa di aver bisogno dell’altro, che è disposta a camminare con chiunque vada nella medesima direzione, che non è padrona della strada, ma che ha qualcosa da condividere con ogni compagno di viaggio. È lo stile di Francesco e degli Ordini mendicanti che hanno rinnovato la Chiesa tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo. Ottocento anni dopo, questo stile torna attuale in un mondo assai più complesso, ma proprio per questo assetato di semplicità e convivialità”.