Il 13 dicembre, venerdì prossimo, saranno esattamente 60 anni dalla pubblicazione del primo numero de La Voce (1953). Si chiamò così, senza aggettivi. Pare che sia stato don Remo Bistoni a impedire che si chiamasse La Voce cattolica, non perché non fosse un giornale cattolico, ma perché con questa titolo c’era già stata quella di Città di Castello, diretta da mons. Pietro Fiordelli. La Voce doveva essere una creatura del tutto nuova, magari “voce nel deserto”, come scrisse nel primo numero il primo direttore, don Emilio Boccalini, il quale lasciò l’incarico, credo, dopo una settimana. Nuova doveva però soprattutto essere in quanto regionale, essendo stata pensata e realizzata dopo un lavoro di riflessione, di discernimento da parte di Pastori e laici, ed avendo in mente uno strumento di comunicazione efficace sul piano della formazione cristiana delle coscienze.
Le vicende di questi sessant’anni le scriveranno i ricercatori ed esperti della storia locale. È certo che nelle pagine del settimanale si trova la narrazione di un territorio che si è venuto configurando progressivamente come Regione sul piano istituzionale. La dimensione regionale infatti, così come è ancora oggi, esisteva dal punto di vista ecclesiale circa 20 anni prima che si costituisse l’istituzione Regione Umbria dal punto di vista amministrativo.
Anche se oggi tale istituzione, per motivi di spesa pubblica, non gode più di grande entusiasmo da parte dei cittadini, è da ricordare che una Chiesa concreta, vicina alla gente e al suo territorio e quindi ai suoi modi di essere, è un’idea cristiana, che arricchisce e non è in contrasto con l’unità e l’universalità della Chiesa, e non diminuisce, ma rafforza la responsabilità e l’azione pastorale delle singole diocesi. Il valore della regionalità, comprensiva e inclusiva delle singole città e diocesi in un unico progetto di comunicazione sociale ben definito, è stato ed è tuttora una scelta felice, e in qualche modo necessaria per la realtà dell’Umbria.
Nell’arco degli anni il mondo è cambiato, la Chiesa ha avuto anch’essa cambiamenti e perfino un Concilio ecumenico (1962-1965); vi sono stati 6 Papi compreso il presente Francesco; il panorama sociale e politico ha attraversato fasi di travaglio, lotta e confusione. La questione morale è stata la linea continua nella quale si sono annodate le questioni dell’economia, della giustizia, della rappresentanza, delle relazioni pesonali e familiari: ho scritto “questioni” ma possiamo pensare “crisi”.
Anche per noi e per la nostra Chiesa, sia locale che universale, c’è una questione e una crisi della comunicazione, soprattutto oggi che con gli strumenti di comunicazione sociale, con le scoperte scientifiche e tecniche del settore che si sono realizzate in questi ultimi decenni, siamo in presenza di cambiamenti epocali che investono la stessa idea di persona umana: si parla di trasformazione antropologica. Stiamo cercando, dopo sessant’anni, di ripensare, come fu all’inizio, i contenuti, i modi, gli stili e gli strumenti.
Siamo lieti e grati a Dio per il passato, ma siamo ancor più impegnati per il presente e il futuro, almeno quello prossimo. Per quello remoto ci rimettiamo completamente ai disegni di Dio confidando nella sua benevolenza. Siamo certi però che La Voce non mancherà i suoi appuntamenti con la storia di questa regione, né con la grande storia spirituale dell’umanità di cui la Chiesa con Papa Francesco costituisce un emergente e luminoso punto di riferimento, invito alla pace e annuncio di gioia.
__________
Un piccolo ma significativo pellegrinaggio alla Basilica di santa Maria degli Angeli” è quello che il direttore de La Voce mons. Elio Bromuri, ha proposto ai collaboratori e lettori del giornale in occasione della festa dell’Immacolata Concezione per “onorare la Vergine degli Angeli in un luogo che fu così caro a san Francesco e che segna l’inizio della sua avventura spirituale”, per celebrare insieme a padre Bruno Pennacchini “una liturgia di ringraziamento per il triennio in cui ci ha commentato settimana per settimana il Vangelo della domenica” ed anche per iniziare il 60° anniversario de La Voce (il primo numero porta la data del 13 dicembre 1953), e il 30° anniversario del nuovo corso voluto dai vescovi umbri per il quale mons. Bromuri fu chiamato a dirigere il giornale firmando il numero del 1 gennaio 1984.
L’appuntamento, per chi vorrà unirsi alla preghiera, è per VENERDÌ 6 DICEMBRE ALLE ORE 17.00 sotto il porticato della Basilica per celebrare alle ore 17.30 la S. Messa presieduta da Padre Bruno Pennacchini nella Cappella di S. Chiara.