Diversi indicatori attestano il disagio di molti, specie dei cristiani, di fronte alle elezioni del 12 e 13 giugno per il rinnovo delle Amministrazioni locali e del Parlamento Europeo. Il contributo che pubblichiamo è di Pasquale Caracciolo, direttore dell’Ufficio pastorale per i Problemi sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace della diocesi di Perugia – Città della Pieve. “Si prefigge di fornire alcuni criteri fondamentali – afferma Caracciolo – in vista di tale importante appuntamento che richiede discernimento e capacità di valutazione per orientarsi nel giudizio politico”. L’importanza della consultazione elettorale350 milioni di elettori di 25 Stati membri della Comunità Europea sono chiamati a rinnovare il Parlamento Europeo, una delle tre principali istituzioni dell’Unione Europea. Sarà occasione del più vasto scrutinio democratico finora organizzato nel mondo occidentale. Il prossimo Parlamento Europeo affronterà dei temi che oggi preoccupano tutti e che avranno un impatto sulle future generazioni. Fare l’Europa significa costruire la pace come scelta di promozione dei diritti umani, di educazione alla nonviolenza e di cooperazione internazionale. Nel mondo di oggi lacerato dall’insicurezza l’unità dell’Europa costituisce un livello di potenza e di potere che concretamente può intervenire per aiutare a trovare soluzioni dignitose e rispettose in altre società del mondo (oltre l’Iraq e la Palestina sono in atto altri 28 conflitti). L’Europa può, già al suo interno, aiutare i paesi più poveri ad affrontare la piaga della disoccupazione (16 milioni) e la piaga della povertà (40 milioni). Anche il rinnovo delle Amministrazioni locali è l’occasione per indicare rappresentanti che sappiano amministrare istituzioni più vicine alle persone, eliminando sprechi e distribuendo equamente le risorse, assicurando un’attenzione alle famiglie e alle fasce più deboli (anziani e disabili in particolare) promuovendo la cultura della pace, dei diritti umani, dell’accoglienza, del dialogo e della cooperazione. Partecipare al votoLe elezioni sono un momento fondamentale per la democrazia. L’attuale sistema elettorale bipolare rende talora sofferta e difficile la scelta, perché le aggregazioni presentano forze politiche e aspetti del programma che ciascuno può non condividere completamente, ma non si può scegliere di “non scegliere”. E’ necessario invece l’impegno a formarsi un’opinione. Partecipare al voto in modo consapevole, con l’interessamento per le sorti del Paese, a partire dalle proprie città, è per i cittadini, per i cristiani in particolare, un dovere civico e morale. I criteri per valutare persone e proposte – Il primato della persona esige solidarietà e accoglienzaOgni essere umano è persona ed ha diritto di cittadinanza, dal concepimento alla morte naturale. La dignità, la salute, la libertà e la cultura della persona non vanno asservite al mercato: la vita delle persone e delle comunità va ben al di là degli aspetti economici. Di fronte ai processi di precarizzazione del lavoro, in particolare dei giovani, di emarginazione e di espulsione dal mondo del lavoro, di speculazioni finanziarie irresponsabili, di rifiuto di chi è diverso, di valutazione delle persone esclusivamente in un’ottica economica, non bastano gli slogan: l’integrazione è conquista impegnativa, va organizzata e gestita con razionalità e generosità. Le difficoltà non giustificano il rifiuto di inserire nella comunità quanti non appartengono alla nostra cultura, come pure ignorare la realtà dell’immigrazione, ma soprattutto non si possono accettare, perché profondamente immorali e anticristiane, espressioni di odio e di avversione nei confronti dei cittadini migranti o dei cittadini di altre regioni. Ad ogni cittadino e immigrato va, comunque, richiesto il rispetto dei diritti umani per tutti, incluse le donne. – Lo stile dell’azione politicaLo stile dell’azione politica per i cristiani è una fondamentale cartina al tornasole del valore attribuito alla dignità delle persone. Non si possono accettare comportamenti politici che istighino all’odio e al disprezzo per gli avversari, che cedano agli insulti e alla denigrazione, che preferiscano gli attacchi alle persone piuttosto che il confronto sui problemi e sulle proposte. Merita invece consenso chi accetta il confronto sui problemi, senza inventare nemici da combattere, strumentali semplificazioni destra-sinistra o capri espiatori di comodo.Lo stile dei cristiani è quello del “dialogo” con tutti e della “proposta” in positivo per contribuire alla soluzione dei problemi. È nello stile che i cristiani devono manifestare una appropriata moderazione, non nelle scelte per le quali il cristiano deve dimostrare capacità d’iniziativa coraggiosa e d’avanguardia. Moderazione significa anche capacità di vedere innanzi tutto ciò che di positivo c’è nell’altro. L’altro è anche l’avversario politico. – La centralità della famigliaL’impegno per un progetto coerente sul fronte delle politiche familiari riconosce la famiglia come “soggetto sociale”, a partire dal quale la stessa azione politica globale si misura. Al bene della famiglia, che la Costituzione della Repubblica riconosce fondata sull’istituto giuridico del matrimonio, sono correlate tutte le dimensioni della vita umana e sociale: la tutela della vita umana, la promozione della natalità, la prevenzione dei disagi e delle devianze, la cura della salute con particolare attenzione alle necessità degli anziani (favorendo con adeguate politiche tributarie e di servizi domiciliari la loro permanenza in famiglia); i piani regolatori dei Comuni, che devono offrire condizioni abitative (specie per le giovani coppie, per le famiglie numerose o in difficoltà economiche) con servizi e spazi verdi a misura delle famiglie; il sistema scolastico, che deve garantire una pluralità di interventi, di iniziativa sia statale che di altri soggetti sociali, a partire dal diritto di scelta dei genitori; la revisione dei processi lavorativi e dei criteri fiscali, che non possono essere basati solo sulla considerazione dei singoli soggetti, trascurando o penalizzando il nucleo familiare – La sussidiarietàL’impegno per una sussidiarietà orizzontale, che valorizzi il contributo dell’associazionismo, del volontariato e dei corpi intermedi, è un aspetto essenziale dell’azione politica, ma non può e non deve mai significare deresponsabilizzazione delle Istituzioni, alle quali compete, comunque, garantire ai cittadini i servizi fondamentali e una accettabile qualità della vita. I programmi vanno esaminati anche per il valore attribuito alla partecipazione, ossia all’ascolto e al coinvolgimento di tutti i componenti della società civile. In questo contesto devono essere assunti impegni concreti per valorizzare il ruolo dei Consiglieri comunali e provinciali, perché possano esercitare quella rappresentatività popolare della quale sono investiti. – La coerenza e l’affidabilità personaleDei candidati va valutata attentamente l’affidabilità per capacità politica, trasparenza, competenza, impegno sociale, per coerenza e onestà nella vita personale e professionale. Inoltre è necessario che i candidati si trovino nelle condizioni di adeguato “distacco” dalle questioni che sono oggetto delle scelte che saranno chiamati a fare. Amministratori in conflitto d’interessi per proprietà familiare o attività professionale gettano sempre un’ombra che allontana i cittadini dalla politica. – La concretezzaBisogna diffidare da facili promesse e risposte semplicistiche: nessuno ha bacchette magiche per risolvere problemi complessi. Il bene comune non è il bene assoluto, ma quanto di meglio è possibile fare qui e ora; occorre valutare se i valori e le attese riguardanti la famiglia, i poveri e gli emarginati, i giovani, gli anziani, la cultura e la scuola, il lavoro e l’ambiente trovano promesse generiche e superficiali o risposte precise e concrete, anche se parziali.