Lo scorso maggio, il ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali ha pubblicato il Libro bianco sul futuro del modello sociale, indicandolo come una delle priorità dell’“agenda d’autunno”. Oggi i settimanali diocesani d’Italia aderenti alla Fisc lo offrono come contributo di riflessione a tutti i loro lettori. Al proposito abbiamo ascoltato Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro, della salute e delle politiche sociali, perché ce ne illustri il significato e le novità. Signor ministro, perché un Libro bianco? “Il Libro bianco è uno strumento per definire la ‘verità della nazione’, cioè quel sistema di valori che appartengono al senso comune del nostro popolo e che i grandi partiti popolari codificarono nella Costituzione. E da qui far discendere la visione di un nuovo modello sociale sostenibile e molto più efficace nell’obiettivo di offrire a ciascuna persona opportunità per uno sviluppo umano integrale. Un modello sociale non più risarcitorio, ma che cerca di prevenire il formarsi dello stato di bisogno e dare più valore alle persone. Un modello che si realizza attraverso la sussidiarietà perché muove dal valore della persona messa in relazione e quindi riconosce il ruolo delle proiezioni relazionali a partire dalla famiglia”. Possiamo sintetizzare il Libro bianco secondo alcune parole chiave. Innanzitutto la persona e la famiglia.“La persona e le sue proiezioni relazionali, prima della quali è la famiglia, costituiscono un sistema di valori, la verità laica alla quale la nostra comunità fa riferimento e il grembo entro cui si devono realizzare le politiche in modo particolare quelle rivolte al benessere della persona, che il Libro bianco definisce ‘la vita buona’, realizzabile solo in una società attiva, cioè nella società inclusiva che offre a tutti l’opportunità per essere responsabilmente utili a sé e agli altri”. Troviamo anche la parola “dono”. È una provocazione? “Il dono è il contenuto dell’ultimo capitolo del Libro bianco. Mi dispiace che ci sia stata un’organizzazione che abbia detto che qui il Libro bianco denuncia il limite di un’impostazione passatista e superata. Io sono convinto che il dono costituisce una delle caratteristiche fondamentali della nostra società. L’esperienza della carità e del dono ha plasmato e costituisce uno straordinario elemento di forza della nostra comunità anche di fronte alle nuove sfide che dovrà affrontare. Colgo l’occasione per dire che abbiamo deciso in Consiglio dei ministri di celebrare il 150° anniversario dell’unità d’Italia dedicando due dei momenti fondamentali proprio alla famiglia e al dono, a ciò che hanno rappresentato nella storia unitaria del Paese”. Come vengono garantiti salute e lavoro nel nuovo modello sociale? “Per entrambi questi obiettivi è importante realizzare quella presa in carico della persona che si realizza tecnicamente mediante il cosiddetto fascicolo elettronico personale, relativo sia allo stato di salute che all’attività della persona. In questo modo ciascuno dispone di uno strumento con il quale partecipare attivamente al proprio stato di salute e alla propria occupabilità e mettere le funzioni pubbliche o di pubblico interesse nella condizione di offrire le adeguate opportunità. Questo strumento aiuta le funzioni pubbliche, che collaborano con le espressioni della comunità, a integrare il più possibile le persone, a offrire loro opportunità per superare una condizione di difficoltà”. In merito al lavoro si parla di “occupabilità”. Che significa? “Il diritto all’occupabilità consiste essenzialmente al diritto all’aggiornamento continuo delle proprie competenze che garantisce l’occupabilità della persona qualunque cosa succeda nell’impresa nella quale si trova, qualunque sia la necessità di mobilità verso un altro posto di lavoro”. Signor ministro, questo Libro bianco troverà realizzazione in riforme e leggi dello Stato? “Già molti atti si sono posti in coerenza con esso. Nei giorni scorsi abbiamo sottoscritto il Patto per la salute tra Stato e regioni. E questo patto è assolutamente coerente con il disegno del servizio socio-sanitario che il Libro bianco contiene. È nel solco del Libro bianco anche il piano d’azione realizzato con la collega Gelmini per l’occupabilità dei giovani, fondato sull’integrazione tra apprendimento e lavoro. E il piano che stiamo predisponendo con la collega Carfagna per l’occupazione femminile”. Lei ha scelto i nostri giornali diocesani per diffondere il Libro bianco, perché? “Credenti e non credenti trovano nei giornali diocesani i valori della nostra comunità di cui siete un’espressione importante. E il Libro bianco vuole proprio sollecitare il migliore spirito comunitario, valorizzare il ruolo della famiglia, parlare ai giovani perché sappiano affrontare responsabilmente le fondamentali scelte della vita”.
I valori sono la verità della nazione
Il Libro bianco sul futuro del modello sociale. Nostra intervista al ministro Sacconi
AUTORE:
Giorgio Zucchelli