‘Un’esperienza che valeva la pena di essere vissuta, un’occasione di crescita non solo interiore, un’opportunità significativa per allargare il raggio delle proprie esperienze, per confrontarsi con i giovani di tante nazioni, per apprendere di prima mano le indicazioni del Santo Padre Benedetto XVI che guarda ai giovani con una attenzione particolare mettendo a loro disposizione, senza perifrasi o giri di parole, consigli e suggerimenti per affrontare la vita nell’ottica di un vangelo da vivere nella quotidianità nei suoi contenuti veri ed autentici, con una condotta di vita del tutto diversa da quella troppo facile e comoda ‘Fede fai da te’ dalla quale il Papa ha messo in guardia non tanto ciascuno di noi, quanto l’umanità intera’.
Queste le sensazioni che hanno accompagnato il ritorno a casa della delegazione eugubina che ha partecipato alle recenti Giornate mondiali della gioventù svoltesi a Colonia, in Germania.
Giornate vissute intensamente, in un clima di pieno coinvolgimento e di una tensione che è andata maturando fino all’incontro con il Papa nell’immensa Marienfeld, esaltandosi in quel clima unico e coinvolgente che ha trovato nel linguaggio universale della Fede l’ausilio indispensabile per operare la sintesi di idiomi, sensibilità e costumi diversi.
La conferma da alcune testimonianze raccolte tra alcuni dei giovani presenti alle ‘Giornate’. Cecilia Pastorelli: ‘Mi ero iscritta quando Giovanni Paolo II era ancora in vita. Alla sua prima esperienza con una Gmg, anche papa Benedetto XVI è stato incisivo e coinvolgente: ci ha incoraggiato a non aver paura di confrontarci con gli altri. È stata un’esperienza che valeva la pena di essere vissuta; ora è importante, ma non facile, mettere in pratica i contenuti delle Giornate’.
Lorenzo Bazzucchi: ‘Una gran bella esperienza; personalmente ho vissuto con intensità e coinvolgimento anche tutta la fase preparatoria, come i cinque giorni vissuti presso alcune famiglie di Borghuer e Keiphem, nella Bassa Baviera che ci hanno consentito di immergerci in modi di vivere diversi dai nostri. Poi l’incontro con il Papa, le sue direttive per vivere una fede ancorata agli insegnamenti del Vangelo’.
Matteo Tasso: ‘È stata un’esperienza profonda che ti lascia con un senso di pieno, che ha consentito a ciascuno di noi di capire di non essere solo. In fondo a Colonia abbiamo capito tutti quanti quanto sia importante il rapporto con gli altri da condurre sul piano della semplicità e del rispetto reciproco: da tutti si può apprendere qualcosa di buono’.