La grande assemblea generale che si è svolta venerdì 8 giugno, con la relazione di mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, il Sinodo diocesano ha segnato una tappa importante e decisiva dei suoi lavori. Ci troviamo circa a metà del cammino (la conclusione è prevista nel giugno 2008) e mons. Betori è venuto a darci un’ampia lezione, frutto di ormai lunga esperienza pastorale a contatto con tutte le realtà della Chiesa italiana. Non si pensi però che sia venuto a offrire ricette sbrigative per la soluzione di problemi pratici. Betori è anche un biblista, ed ha scelto di illustrare il percorso comunitario del Sinodo con l’avanzare deciso di Gesù verso Gerusalemme, per imparare da lui la direzione e la modalità del cammino stesso (Lc 9,51). La Chiesa ‘non si rinchiude in una introversa difesa della propria identità’, ma vuole spendersi dentro la storia degli uomini, progettando itinerari verso una sempre più adeguata comprensione del mistero di Cristo e nella formazione dei cristiani. Betori ha rievocato i programmi pastorali della Chiesa italiana degli ultimi quattro decenni, mostrando come siano stati intesi a rinnovare il volto della Chiesa alla luce del Concilio. Non è possibile qui riassumere le 18 cartelle della relazione di Betori, che potranno essere a disposizione per un’attenta meditazione onde trarne ispirazione per le proposizioni. Basta dire che vi si trovano spunti per i singoli ambiti del Sinodo affidati allo studio delle commissioni: evangelizzazione, cultura, giovani. Non ha mancato di ricordare in una rapida sequenza i valori in gioco nella società di oggi, che Giovanni Paolo II elencò di fronte al Parlamento italiano nel novembre 2002: ‘Promozione dei diritti dell’uomo, solidarietà e coesionie della nazione, sostegno della famiglia, rispetto e accoglienza della vita, responsabilità educativa e suo esercizio nella libertà, moralità e pluralismo nella comunicazione sociale, attenzione alle situazioni di povertà, esercizio della giustizia secondo equità e recupero di chi ha sbagliato, solidarietà e pace tra le nazioni. All’interno di questa prospettiva un ruolo di assoluto rilievo è da riconoscere alla famiglia’. Un programma per un’azione sociale unitaria, seppure trasversale, dei cattolici. La seconda parte dell’assemblea è stata caratterizzata dall’intervento del vicario generale dell’archidiocesi, mons. Gualtiero Sigismondi, segretario generale del Sinodo. Tenendo presente il cammino compiuto in questi primi incontri, ha tracciato l’impegno dei prossimi dodici mesi. Lo ha fatto in una forma davvero originale, attraverso i segnali stradali, presentando una ‘segnaletica’ del cammino sinodale come stimolo per metterne a fuoco nodi e snodi, e ricordare che ‘evangelizzare è la grazia e la vocazione propria della Chiesa’. L’assemblea sinodale si è conclusa con la consegna del volume storiografico Sinodi a Perugia (1210-2006) di Isabella Farinelli, responsabile dell’Archivio storico diocesano. Il volume è pubblicato dalla prestigiosa Fondazione Centro italiano di studi sull’Alto Medioevo di Spoleto, nella collana diretta da Claudio Leonardi ed Enrico Menestò. Attraverso la lettura del volume si possono ripercorrere alcuni importanti tratti della storia della nostra Chiesa, vista nella sua intima vita pastorale anche in aspetti apparentemente minori. Il libro, che merita ampia diffusione e analisi da parte di studiosi e semplici fedeli, porta una puntuale presentazione dell’arcivescovo mons. Chiaretti, e in appendice alcune tavole illustrative di personaggi e documenti citati, oltre ad una ricca bibliografia. Il disegno di copertina è opera di Enzo Mariucci.