In occasione della festa dei santi patroni della diocesi il vescovo mons. Pellegrino Tomaso Ronchi come tradizione ha inviato alla diocesi un messaggio sulla parrocchia che conclude anche la recente Assemblea ecclesiale diocesana. “Un invito a raccogliere le riflessioni e le indicazioni che ci sono state offerte per tradurle in scelte, progetti, cammini pastorali – scrive il vescovo – E’ stata rimessa al centro dell’attenzione “La parrocchia: chiesa tra la gente”. Un messaggio con il quale mons. Ronchi ha voluto “mettere a fuoco alcuni punti essenziali che riguardano la parrocchia perché aiutino a continuare la riflessione e il confronto e insieme indicare alcune scelte tra le tante possibili”.CENTRALITÈ DELLA PARROCCHIAMolto si è discusso e si discute intorno alla parrocchia, alla sua necessità o meno; si è parlato perfino della fine della parrocchia. L’esperienza ci dice il contrario: la parrocchia resiste, è realmente la Chiesa vicina alla gente, distribuisce il nutrimento della Parola e della Eucaristia, continua a generare e a far crescere i discepoli del Signore. La parrocchia è il centro visibile della vita cristiana della nostra gente, è il centro e la colonna portante della pastorale, arriva alla generalità delle persone… La parrocchia ha saputo adattarsi ai cambiamenti sociali e storici mantenendo il suo primo impegno di comunicare la fede al popolo. Oggi, di fronte ai molteplici e profondi cambiamenti avvenuti e in atto (secolarismo, individualismo religioso, relativismo etico, indifferenza, scarsa incidenza della logica evangelica nella costruzione della vita personale, familiare e sociale, disaffezione crescente verso la pratica religiosa e la vita della comunità, mobilità delle persone, multiculturalità e multireligiosità crescenti, nuove proposte religiose…) è capace la parrocchia di svolgere, la sua missione, di ascoltare le domande e le attese più profonde degli uomini e delle donne del nostro tempo, di dare risposte significative alla luce della Parola di Dio, di far incontrare Gesù Cristo come Maestro e Salvatore? La parrocchia riuscirà in tutto questo nella misura in cui sarà fedele, nell’oggi, alle sue caratteristiche fondamentali: vicinanza alla gente, radicamento sul territorio, attenzione alla quotidianità della vita, impegno per la missione e la santificazione degli uomini; resistendo a due tendenze: quella del “nido” (stiamo bene tra noi, pochi o molti che siamo!) e quella della “stazione di servizi religiosi” (che dà per scontata una fede spesso assente). “L’esperienza bimillenaria del popolo di Dio… insegna che la Chiesa non può rinunciare a strutturarsi in parrocchie…”. “La parrocchia rimane ancora il nucleo fondamentale della vita quotidiana della Diocesi”.COMPITIDELLA PARROCCHIADue sembrano essere i compiti fondamentali della parrocchia: essere casa di comunione e scuola di missione. Casa di comunione Certamente comunione con il Signore anzitutto; ma tale comunione si traduce nelle relazioni fraterne. La parrocchia è chiamata a offrire una proposta di vita cristiana capace di costruire relazioni significative e liberanti per la vita. La spiritualità della comunione ha la sua fonte e la sua icona nella Trinità; porta a sentire l’altro come fratello per condividerne gioie e dolori e prendersi cura dei suoi bisogni; diventa capacità di vedere innanzitutto il positivo che c’è nell’altro e fargli spazio respingendo la tentazione della competizione, della diffidenza, della gelosia. Le relazioni umane, vissute intensamente anche da Gesù, diventano mezzo per pregustare la vita eterna e far trapelare qualche raggio dell’eternità. La fede, la vita cristiana, la parrocchia diventano significative per la vita se sanno costruire relazioni vere, evangeliche, fraterne, capaci di maturare e responsabilizzare le persone. Il campo delle relazioni umane è fecondo terreno d’incontro con tutti: credenti e non, praticanti e non, vicini e lontani. Scuola di missione La parrocchia è chiamata all’annuncio del Vangelo, alla missione: “Andate…”; un comando che può essere attuato nella misura in cui c’è la capacità di vivere una triplice “passione”: per Cristo, per la Chiesa, per l’uomo. La missione richiede capacità di lavorare insieme, di valorizzare i doni e i carismi di ognuno (in primo luogo quello del Vescovo e del presbitero) di aprirsi agli altri, alle altre parrocchie, alla Diocesi. La missione richiede laici maturi, adulti nella fede, capaci di testimoniare: essi sono i veri e quotidiani missionari in ogni ambiente della vita. La scelta degli adulti si impone se vogliamo formare parrocchie missionarie! La missione richiede la Progettualità: verso dove, come, con chi vogliamo camminare? Non è tanto il problema di iniziative e attività, ma chiarezza di obiettivi e traguardi che vogliamo raggiungere. La missione e l’educazione alla missione avviene nella quotidianità, per cui quella che può sembrare una pastorale debole, in realtà è una pastorale vera, efficace, evangelica, produttiva perché è rivolta a tutti, tiene conto delle situazioni quotidiane, sta al passo di tutti. RIPENSARE E RIMODELLARELA PARROCCHIALa parrocchia, in quanto Chiesa tra la gente, è sempre bisognosa di rinnovamento e di conversione perché forte è la tentazione di sedersi, accontentarsi, ripetere stancamente il “già fatto”. I cambiamenti e le crisi possono diventare occasioni di vita nuova, di nuovo slancio, di grazia. Ripensare non vuol dire stravolgere o ricominciare da zero, ma impegno ad andare all’essenziale, in un confronto significativo e stimolante per oggi con il modello di comunità cristiana che ci offre la Parola di Dio per essere fedeli oggi a quelle Perseveranze che facevano della prima comunità cristiana la comunità che viveva della presenza del Signore Risorto, annunciava il Suo Vangelo, dava testimonianza in ogni situazione. Quali sono i momenti fondamentali di una parrocchia, il suo essenziale? ParolaLa parrocchia vive della Parola e per la Parola, al suo servizio. La parrocchia è chiamata a mettersi in ascolto delle parole dell’uomo (attese, domande, desideri…) per dire la sola Parola di Dio, perché per mezzo di essa l’uomo incontri Cristo e stabilisca con Lui una relazione vitale, rinnovatrice. L’attenzione alla Parola porta la parrocchia a fare la scelta della Formazione: formare Cristo nell’uomo, l’uomo ad immagine di Cristo, cristiani adulti, maturi, liberi, capaci di dire la propria fede, missionari. Formare vuol dire proporre Itinerari di fede che danno il primato alla Parola e che aiutino a percorrere il cammino di fede che la Parola richiede: ascolto, conversione, assimilazione a Cristo, preghiera, testimonianza. EucaristiaL’assemblea domenicale è fonte prima della spiritualità cristiana, momento costruttivo e vitalizzante della parrocchia, manifestazione e rivelazione della Chiesa, luogo educativo alla missione. “Bisogna fare in modo che il senso della comunità parrocchiale fiorisca sopratutto nella celebrazione comunitaria della Messa domenicale”. “Fra le numerose attività che una parrocchia svolge, nessuna è tanto vitale e formativa della comunità quanto la celebrazione del giorno del Signore e della sua eucaristia”. Tutto questo richiede impegno, cura e preparazione per una liturgia “bella, seria, semplice, intelleggibile, veicolo del mistero”. È necessario preparare la liturgia (gruppo liturgico) e credere profondamente a ciò che celebriamo. FraternitàL’accoglienza della Parola, la celebrazione dell’Eucarestia conducono ad una comunità fraterna capace di: Costruire relazioni evangeliche dentro la comunità caratterizzate da sincerità, verità, stima reciproca, perdono, riconoscimento e valorizzazione dei carismi di ognuno; Guardare al mondo con simpatia ed empatia facendo proprio il cammino degli uomini e delle donne di oggi, amando le persone, godendo del bene che c’è, capaci di dialogo e confronto con tutti. Scegliere gli ultimi impegnandosi fattivamente a costruire una società più umana e fraterna, impegnata per una “qualità alta” della vita, capace di educare all’impegno nel politico e nel sociale come testimonianza ed esercizio di carità e capace di attenzione e cura per le persone più deboli. L’Assemblea ecclesiale è stata ricca di contenuti e di stimoli da far entrare nel quotidiano. Suggerisco alcune piste di lavoro: 1) Stimare e amare la parrocchia come la propria famiglia dove condividere con i fratelli i grandi e tanti doni di Dio. 2) Continuare nelle parrocchie e nelle Zone Pastorali la riflessione e il confronto per arrivare a un “Progetto pastorale”, a scelte concrete. 3) Dare spazio all’accoglienza cordiale, il “quotidiano”, (attività, incontri, sacramenti) diventi occasione per creare comunione e annuncio. 4) Gli adulti siano i primi destinatari dell’impegno formativo della parrocchia: formare un gruppo parrocchiale o interparrocchiale per un itinerario di fede. Ci può essere di aiuto ripensare e riproporre l’Azione cattolica. Dare vita ai Centri di ascolto del Vangelo. 5) In ogni parrocchia siano costituiti: il Consiglio pastorale, il Consiglio per gli affari economici, la Caritas parrocchiale come strumenti per promuovere la partecipazione responsabile ed effettiva dei laici alla vita della comunità. Mettiamo il nostro cammino sotto la protezione dei santi Florido e Amanzio, nostri Padri nella fede, e di Maria “Madre della Chiesa” perché sia un cammino vero, fraterno e condiviso. La benedizione del Signore sia con tutti voi.
i punti essenziali su cui riflettere e confrontarsi
Il Vescovo invia un messaggio alla diocesi sulla parrocchia:
AUTORE:
'Pellegrino Tomaso Ronchi