La ‘macchina elettorale’ dell’Università degli studi di Perugia si è messa in moto. Le elezioni degli studenti sono archiviate e i nomi degli eletti aspettano soltanto la comunicazione ufficiale; mentre per la corsa al posto di rettore magnifico l’atmosfera è ancora in fermento.
La corsa al ruolo di “Magnifico” è ancora tutta da giocare. La scadenza è segnata al 10 ottobre (più il 17 per un’eventuale seconda votazione e il 24 con il ballottaggio). Giovedì scorso un’aula magna affollatissima ha ascoltato i programmi dei cinque candidati: Gianni Bidini, Fausto Elisei, Franco Moriconi, Maurizio Oliviero e Mauro Volpi.
Il punto fermo di tutti gli aspiranti rettori è stata la necessità di risollevare l’ateneo perugino dall’innegabile momento di difficoltà che sta vivendo. Complice una crisi economica che ha falcidiato le risorse pubbliche e una ricerca di identità che vede nella innovazione e internazionalizzazione le chiavi per potersi rilanciare.
“Nel 2007 – ha sottolineato Franco Moriconi – l’ateneo perugino era al 470° posto del Qs World University Rankings. Oggi, a distanza di sei anni, siamo al 650°. La mia scommessa è quella di crescere insieme, interagendo con il settore produttivo della regione, sia pubblico che privato. Voglio inoltre istituire un Centro di sviluppo e coordinamento della ricerca (Cescor), con compiti d’informazione sui bandi nazionali e internazionali e di sostegno alla formulazione dei progetti”.
Per Gianni Bidini, la parola chiave è “progettualità. Dobbiamo dire basta alla politica delle emergenze. L’ateneo deve navigare secondo una traiettoria ben definita. Come rettore, il mio primo impegno sarà l’avvio immediato dei dipartimenti. Dopodiché lavorerò a un Piano di programmazione per il futuro sessennio”.
Di dipartimenti ha parlato anche il prof. Volpi: “Siamo l’ultimo ateneo in Italia che non li ha ancora avviati, servono risposte certe e veloci. Sul fronte studenti, è mia volontà istituire una Commissione d’ateneo che affronti il calo delle iscrizioni, l’aumento degli abbandoni e dei trasferimenti in altri atenei”.
“Il mio primo obiettivo – ha ribadito invece il prof. Elisei – sarà quello di convocare gli stati generali dell’Umbria per far dialogare l’Università con il resto del territorio. Fondamentale sarà, poi, migliorare i servizi di informatizzazione, orientamento per gli studenti e comunicazione, al fine di far conoscere i tanti traguardi positivi raggiunti dall’ateneo”.
Di totale “discontinuità” con il passato, ha parlato, infine, Maurizio Oliviero: “Il nostro ateneo è il più vecchio d’Italia. Io voglio renderlo il più giovane d’Europa, favorendo l’avanzamento di carriera dei ricercatori e congedando i colleghi 70enni. Voglio poi creare la prima Piattaforma internazionale di cooperazione universitaria, per costruire una stabile collaborazione con le principali Università del mondo”.
I risultati dei “partiti” degli studenti
L’Udu raggiunge il34-35% delle preferenze. Seguono Universitas, Rinascita universitaria, Alleanza universitaria, Idee in movimento
In principio furono loro, gli studenti, a determinare il blocco delle urne dell’ateneo perugino. Tutto cominciò con l’esclusione di alcune liste dalla partita elettorale per vizi di forma nelle domande. Da lì un ricorso al Tar andato a buon fine e la reintroduzione delle liste escluse, ma anche il congelamento (vista la mancanza dei rappresentanti degli studenti) delle elezioni per i direttori dei dipartimenti e del nuovo rettore. Tutto fu rinviato all’autunno, per la precisione al 24 e 25 settembre scorso, quando gli studenti dell’ateneo perugino hanno potuto finalmente scegliere i loro rappresentanti. Sono stati in più di 2.000 ad andare alle urne, pari a circa il 12% degli iscritti dell’Università, raggiungendo così il quorum (sotto il 5% dei votanti le elezioni sarebbero state nulle). Gli studenti hanno premiato ancora una volta l’ala di sinistra dell’ateneo. L’Udu – Sinistra universitaria ha, infatti, vinto e staccato gli avversari, raggiungendo almeno il 34-35% delle preferenze al Senato accademico, al Consiglio di amministrazione, al Consiglio degli studenti, per i dipartimenti e per l’Adisu. Seguono a netta distanza Universitas con il 18-20% delle preferenze nei vari organi, Rinascita universitaria che si attesta tra il 12 e il 16%, Alleanza universitaria tra il 14-17% e “Idee in movimento” che oscilla tra il 10 e il 15%. Nettamente distaccate Impegno critico e Asa con percentuali tra il 2% e il 5%. Sul fronte facoltà, l’Udu si è imposta a Lettere e Scienze politiche, Veterinaria e Medicina, mentre Universitas ha conquistato Economia e Rinascita, Giurisprudenza. La lista di destra si è poi imposta a Ingegneria.