E’ soddisfatto e preoccupato il parroco della parrocchia di San Rufino don Cesare Provenzi per la gravosa responsabilità affidatagli. Animato da fiducia ha risposto ad alcune nostre domande. Come giudica l’accoglienza ricevuta in occasione della sua investitura a parroco? “Numerosissima gente era presente alla cerimonia, tanti volti gioiosi, saluti cordiali di benvenuto”. Avverte nostalgia per la parrocchia di Torchiagina – S. Gregorio? “Quella comunità mi ha dato molto e continua a volermi bene, non posso certo dimenticare una parte del cammino fatto con loro. Ora mi è stato chiesto di dare tutto me stesso per la parrocchia di San Rufino, più complessa indubbiamente ma che dispone di risorse e potenzialità di collaboratori ben preparati e motivati nei vari settori della pastorale”. Quali esigenze ravvisa come prioritarie? “Desidero evitare una risposta burocratica. La priorità per eccellenza è l’incontro con la gente al fine di conoscere la realtà parrocchiale. Vorrei poi rafforzare gruppi già esistenti (catechesi – liturgia) ridotti a poche persone ed aiutare al massimo la Caritas”. Con quali provvedimenti intende salvaguardare il patrimonio artistico? “Con i provvedimenti possibili, impegnandomi per la difesa delle opere nelle chiese delle confraternite. Nella parrocchia da cui vengo ho lavorato anche per il restauro di molte opere d’arte e del castello di San Gregorio; ora in cattedrale non ho voce in questo ambito. Si occupa del settore il Consiglio di amministrazione del Capitolo di cui il parroco non fa parte”. Ricerca consigli e collaborazione da sacerdoti, religiosi e laici? “Conservo i saggi consigli del mio predecessore don Giuseppe Rossetto, anche se il punto di riferimento rimane il vescovo mons. Goretti; ben volentieri accetto osservazioni dai collaboratori e richiedo aiuto alle comunità religiose”. Quanto e quale interesse riserva al Centro pastorale Regina Pacis? “Il Centro pastorale è una grande opera di cui ancora non si è appreso il valore. Manca la strada per un facile collegamento e tale problema va affrontato e risolto. Mi preme l’utilizzo del Centro come un servizio dai molteplici aspetti per la comunità (manifestazioni, convegni, feste…); si potrebbe richiedere anche un circolo bar collegato alla Anspi. La chiesa, in fase di ultimazione nell’arredamento, sarà utilizzata ora in alcuni periodi dell’anno. Spero nella comprensione e nella generosità degli abitanti della zona”.
I primi passi di don Cesare
A colloquio con il parroco di San Rufino
AUTORE:
Francesco Frascarelli