I nove anni di pontificato di Papa Francesco

È iniziato nove anni fa, più precisamente nella serata del 13 marzo 2013, il pontificato di Jorge Mario Bergoglio, che assunse il nome di Francesco in onore di san Francesco d’Assisi. Bergoglio è stato così il primo gesuita a diventare papa e il primo pontefice proveniente dal continente americano, nonché il primo extraeuropeo dai tempi di Gregorio III.

Le prime parole da Papa

 

«Fratelli e sorelle, buonasera! Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo, ma siamo qui. Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo vescovo: grazie! E prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca. […] E adesso, incominciamo questo cammino: Vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi. […] E adesso vorrei dare la Benedizione, ma prima – prima, vi chiedo un favore: prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo, chiedendo la Benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me. […]»

Dalle prime parole alle più recenti: l’uomo della pace

Il nono anniversario di pontificato di Papa Francesco cade in un momento difficile come quello attuale, segnato dalla guerra in Ucraina. Ma dal 13 marzo 2013 ad oggi, Jorge Mario Bergoglio ha operato costantemente in favore della pace e della riconciliazione tra i popoli.

Pochi giorni dopo la sua elezione al Soglio pontificio, spiegando ai giornalisti le ragioni della scelta del suo nome pontificale, disse:

«Nell’elezione, io avevo accanto a me l’arcivescovo emerito di San Paolo e anche prefetto emerito della Congregazione per il clero, il cardinale Cláudio Hummes. Quando la cosa diveniva un po’ pericolosa, lui mi confortava. E quando i voti sono saliti a due terzi, viene l’applauso consueto, perché è stato eletto il Papa. E lui mi abbracciò, mi baciò e mi disse: “Non dimenticarti dei poveri!”. E quella parola è entrata qui: i poveri, i poveri. Poi, subito, in relazione ai poveri ho pensato a Francesco d’Assisi. Poi, ho pensato alle guerre, mentre lo scrutinio proseguiva, fino a tutti i voti. E Francesco è l’uomo della pace. E così, è venuto il nome, nel mio cuore: Francesco d’Assisi. È per me l’uomo della povertà, l’uomo della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato».

Solo pochi giorni fa, intervenendo nuovamente sul conflitto in Ucraina, ha scritto sul social Twitter: «Mai la guerra! pensate soprattutto ai bambini, ai quali si toglie la speranza di una vita degna: bambini morti, feriti, orfani; bambini che hanno come giocattoli residui bellici…In nome di Dio fermatevi!».

Gli auguri del sindaco di Assisi per il Papa

«Da Assisi – ha detto il sindaco Stefania Proietti – esprimiamo la nostra vicinanza e il nostro affetto al Pontefice, da sempre amico della nostra città. Ogni volta che Papa Francesco viene ad Assisi, l’ultima volta il 12 novembre in occasione della giornata dei poveri, per noi, per tutta la nostra comunità, è una grande gioia. Le sue parole, anche in questi giorni in prima linea per la pace in Ucraina, sono di una forza unica nel gridare che cessi la guerra, le facciamo nostre e ci uniamo a Lui nel gridare ‘Fermate questo massacro! Basta guerra, mai più guerra!’. Nei suoi anni di pontificato – ha detto ancora Proietti – Sua Santità si è sempre schierato con i più deboli, con gli ultimi della terra, e si è rivelato propulsore di visioni lungimiranti come il modello di una nuova economia che mette al centro l’uomo e l’ambiente. Noi vogliamo essere come Lui, sempre dalla parte dei deboli, dei perseguitati e degli oppressi, sempre più conformi al suo messaggio, così spesso lanciato da Assisi. A tal proposito centrali sono le sue encicliche, la Laudato sì e la Fratelli tutti, che rappresentano per noi una bussola nell’azione amministrativa. Grazie Papa Francesco per quello che fai ogni giorno per il bene comune, per il bene dell’umanità».