I migranti non possono essere fermati

Ancora una volta è al centro dell’attenzione il tema immigrazione; e più specificamente di quel flusso di immigrati che arriva via mare dalle coste libiche e tunisine a quelle siciliane (Lampedusa, ma non solo). Quando l’attuale maggioranza di Governo era all’opposizione, praticamente approfittava di ogni nuovo sbarco per sollevare una polemica contro l’inefficienza dei Governi allora in carica.

Adesso gli sbarchi sono molti di più, ma non ne daremo la colpa al Governo: dipendono dal fatto che nei Paesi di provenienza le condizioni di vita sono sempre più difficili e sono state aggravate anche da catastrofi come il terremoto in Marocco e i cataclismi in Libia. Ma soprattutto – ne abbiamo già parlato più volte – il problema di fondo dell’intero Continente africano è la pressione demografica.

Nel 1988 la popolazione dell’Africa si stimava in 570 milioni di persone. Alla fine del 2022 – il dato più recente che trovo – era un miliardo e 340 milioni: 770 milioni in più. Nello stesso periodo la popolazione del Continente europeo è rimasta praticamente invariata (700 milioni o poco più). Non basta: l’Africa continua e continuerà a crescere con lo stesso ritmo, l’Europa finora ha evitato il crollo demografico solo grazie all’immigrazione e all’allungamento della durata media della vita.

Gli Stati africani hanno un indice di crescita fra il 2 e il 3 per cento all’anno, quelli europei lo hanno in genere negativo (nonostante gli immigrati, che una volta qui sono più prolifici dei vecchi residenti), e l’Italia è fra quelli che da questo punto di vista sta peggio. Qui da noi, da un anno all’altro si tagliano le classi perché ci sono meno scolari; laggiù, ogni anno aumenta il numero di quelli che cercano invano un posto nelle scuole, poi un posto di lavoro, una casa. Il tutto in un Continente ricchissimo di risorse naturali ma povero di strutture sociali e culturali, di servizi collettivi, di istituzioni pubbliche solide.

Nell’Africa subsahariana ci sono Paesi dove la sottonutrizione riguarda il 20, il 30, il 50 per cento della popolazione. E vorreste che non scappino con qualsiasi mezzo, per venire a vivere in un Continente, l’Europa, dove di tutto il cibo che si produce è più quello che si spreca che quello che si consuma realmente? Rassegniamoci, nulla potrà fermarli.

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