Mons. José Luis Gutiérrez, relatore della Congregazione delle Cause dei Santi, autore di numerosi testi monografici, oltre che di vari articoli di approfondimento, ci ha gentilmente rilasciato alcune sue riflessioni sulla santità dei laici nella Chiesa.
Di recente è stato presentato un libro su un magistrato di Todi, promosso dal Comitato per la beatificazione del Servo di Dio, Mario Ferdinandi. Quale è il valore di questa figura di un giovane laico vissuto nel XX sec.? “Il fatto che si promuova la beatificazione di un laico, impegnato nel mondo del lavoro, attivo nell’Azione cattolica, è di per sé un segnale positivo. La figura di un giovane, capace di trasmettere la forza dell’ottimismo, diventando un modello per i coetanei, allegro ed in grado di coniugare il coraggio nell’agire con la pratica delle virtù teologali e cardinali è un segno di speranza. Indica che si sta svegliando la coscienza che tutti siamo chiamati alla santità. Per secoli nella Chiesa si è pensato di beatificare solo alcune categorie come i religiosi, mentre tutti gli altri potevano sperare di entrare in cielo per una sorta di porta di servizio. Oggi il panorama è cambiato. La chiamata universale alla santità (Cost. Lumen gentium, n. 42) dal piano teorico va tradotta in un vero convincimento. Occorre aiutare tutti a riscoprire la santità nella vita ordinaria (Novo millennio ineunte, n. 31-32), che consiste nel fare bene le cose di ogni giorno. Sarebbe auspicabile liberare l’idealizzazione della santità, relegata troppo spesso su un piano inaccessibile, per ribadire invece con chiarezza che non esiste santità senza la vita ordinaria. Non si può pensare ai santi come ad una sorta di produzione in serie, ma ogni anima è lavorata da Dio in un ‘modo artigianale’, capace di creare capolavori uno diverso dall’altro”.
La Chiesa insegna che “il campo proprio dell’attività evangelizzatrice dei laici è il mondo della politica, dell’economia, della cultura, dell’arte”. Come si inserisce la collaborazione dei laici nella missione della Chiesa? “Qualunque lavoro una persona svolga, in qualsiasi contesto sociale, comporta l’attuazione di una specifica vocazione. Nel nostro mondo occidentale c’è stata un po’ di trascuratezza da parte dei laici in varie forme di attività, tra cui anche in campo politico. Alla critica che vede in questa azione una forma di egoismo basterebbe ricordare come il primo compito del politico è la ricerca del bene comune. Il mancato impegno è un’omissione grave. Si afferma che ‘i fedeli laici hanno un posto originale e insostituibile: per mezzo loro la Chiesa è resa presente nel mondo, come segno e fonte di speranza e di amore'”.
Negli ultimi anni ha colto dei segnali positivi? “Numerosi sono i segni positivi, santità ed apostolato sono indivisibili. Spesso quando si parla di laici si pensa ad un apostolato organizzato. Tuttavia occorre anche riscoprire il valore dell’apostolato nella vita ordinaria, fatto di testimonianza personale, basata sull’amicizia vera e sulla confidenza. Occorrerebbe una maggiore presa di coscienza del valore della dignità umana, da amare con passione e da difendere con coraggio contro ogni attacco mosso da una società sempre più consumistica. Giovanni Paolo II, durante il suo pontificato, ha spesso sottolineato come nelle proclamazioni di fedeli laici, uomini e donne, come beati e santi ‘l’intero popolo di Dio possa trovare nuovi modelli di santità e nuove testimonianze di virtù eroiche vissute nelle condizioni ordinarie dell’esistenza umana”.
Come incoraggiare una più stretta unità tra la vita pratica e la fede? “L’unità di vita è ciò che contraddistingue un santo, che viene riconosciuto tale nell’insieme delle azioni di tutta la sua esistenza terrena. Ovviamente la preghiera deve essere presente in ogni giornata, ma poi Dio cosa può desiderare se non dei figli che agiscano senza tradire l’alta dignità a loro ridonata dal sacrificio di Cristo? Pertanto l’offerta delle opere, è ciò che santifica una persona in ogni stato in cui si trovi a vivere. Occorre tener desta la meta, proponendo a tutti la santità, con tutte le esigenze che questa comporta. Solo un cristianesimo autentico diventa poi fonte di gioia e di luce, favorendo una risposta generosa contro la mediocrità”.