Harry Potter: fu vera gloria?

Ragazzi. Si chiude la saga del contestato maghetto; che però risulta piena di valori cristiani

La saga di Harry Potter è finita (?). Peccato, mi mancherà. So che con questa affermazione mi attirerò le critiche di molti, ma vorrei spiegare i motivi per cui mi sembra che la storia del maghetto sia estremamente ricca di valori e spunti positivi. Il tema di fondo è chiaramente quello della lotta tra il bene e il male, ed ecco alcuni dei motivi per cui credo che la Rowling abbia infarcito il suo lavoro di valori positivi che possono rappresentare indicazioni utili per il lettore. Primo: il male è impersonato da Lord Voldemort, il cui obiettivo è raggiungere l’immortalità. Non ama e non è amato, e per sua scelta è solo. Nessuno dei Mangiamorte che lo affiancano è suo amico e, nello sviluppo della storia, si capisce che, la maggior parte di loro lo segue più per paura che per convinzione. Silente afferma più volte che il punto debole di Voldemort è il fatto di non voler prendere coscienza che non esiste magia più grande dell’Amore. Il bene è impersonato da Harry Potter il quale, invece, crede molto nell’amicizia e nell’Amore. Nonostante abbia avuto un’infanzia infelice, come il suo nemico, a differenza di lui non si è inaridito. Nessuna delle vittorie che ottiene è frutto solo della sua abilità, ma hanno sempre un ruolo fondamentale compagni e amici. Secondo: non è mai la capacità di compiere magie che fa vincere Harry, anzi la sua amica Hermione è nettamente più abile. Vince grazie al suo coraggio, alla lealtà, al suo desiderio di verità, all’affetto che prova per gli amici. Mai accetta di usare la ‘Maledizione che uccide’, anzi ad un indispettito Lupin che lo rimprovera per aver rischiato di essere ucciso, dicendo: ‘Il tempo di disarmare è finito’, risponde: ‘Non fulminerò la gente solo perché mi capita davanti. Lo lascio fare a Voldemort’. Terzo: ha un tale senso della giustizia da scegliere di non vendicarsi. Infatti salva consapevolmente la vita al mago amico dei suoi genitori, che tradì, causandone la morte. L’attimo di indecisione dello stesso mago, dovuto alla consapevolezza che sta uccidendo colui che invece lo ha graziato, salverà Harry dalla morte. Quarto: né Harry né coloro che sono con lui hanno preconcetti verso i ‘diversi’. Mentre Voldemort combatte per la purezza della razza dei maghi, lui si allea con folletti, elfi, mezzogiganti, insomma con i tanti personaggi fantastici che l’incredibile fantasia dell’autrice riesce a infilare nella storia. Hermione ad un certo punto afferma: ‘I maghi dovranno pentirsi della superiorità con la quale hanno trattato le altre creature magiche’. Quinto: all’inizio della storia Harry non viene ucciso perché sua madre dà la vita per salvarlo. Alla fine della storia, Harry capisce che l’unico modo per sconfiggere Voldemort è quello di morire lui stesso e decide, pur avendo paura, di dare la vita per i suoi amici. Ed è con questo atto d’Amore che sconfigge nuovamente la magia di Voldemort. Sesto: Voldemort non muore ucciso da Harry, ma colpito dalla maledizione scagliata da lui stesso. Con l’omicidio e con l’inganno si è impossessato della bacchetta che usa, e questa, pertanto, non gli obbedisce. Settimo: nel volume 7 Harry legge sulla tomba dei suoi genitori la frase: ‘L’ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte’ (mi suona familiare!). Alla fine di tutto, Harry ha in mano i ‘tre doni della morte’, che lo renderebbero il mago più grande di tutti i tempi, più vicino di chiunque altro all’immortalità. Harry, che ha già sconfitto la paura della morte, sceglie di non tenerli per sé e fa in modo che se ne perda la memoria, perché nessuno possa tentare ancora di diventare immortale. Non mi pare sia poco! Magari tanti libri di pessima letteratura contemporanea contenessero altrettanti valori. E non si dica che il problema è che si parla di un mondo magico, sennò dovremmo smettere di leggere Cenerentola e Biancaneve ai nostri nipoti!

AUTORE: Maddalena Mazzeschi