l confronto ed il dibattito cittadino scivolano sulle ‘Veline’. Non solo quelle che arrivano nelle redazioni degli organi di informazione per ‘suggerire’ o ‘proporre’ argomenti o punti di vista, assai spesso di parte, ma ragazze avvenenti scelte per sottolineare un programma di ‘Canale 5’. La selezione è affidata ad un programma televisivo in onda in prima serata sulla stessa emittente, registrato sulle piazze più suggestive delle più significative città italiane, Gubbio compresa. ‘Veline? No grazie’. L’associazione ‘Libera_mente’ è scesa subito in campo manifestando la sua contrarietà convinta che ‘la città, questa città, merita altro: altri messaggi, altri canali e pubblici mirati per una promozione seria e proficua’. Ma non tutti la pensano allo stesso modo. Una città che ha nel turismo una risorsa di primaria importanza ha bisogno di una insistente azione promozionale. Via allora ad una seconda sottoscrizione ‘Veline? Si, grazie’. Firme e controfirme, quindi, nel contesto di una vicenda che una riflessione la merita pure. Tutto ciò che ‘buca lo schermo’ (‘piccolo’ o ‘grande’ che sia), o fa notizia si traduce sempre in promozione valida, in rapporto non solo ai costi? Aiuta il paragone con un programma in atto, quello di Don Matteo, ed esperienze passate che oggi si rinnegano come peccati di gioventù. Le ‘Veline’ hanno stimolato la voglia di discutere, desiderio di coinvolgimento e di confrontarsi con pacatezza, nel rispetto delle reciproche posizioni, ricordando che nessuno ha in mano la verità assoluta: speriamo che sia l’inizio di una nuova stagione. Ma il Comune replica: ‘No al gioco al massacro’ L’Amministrazione comunale dice la sua; la trasmissione è garantita, ‘pur ritenendo che modelli che abbiano come stereotipi le ‘Veline’ siano da contrastare, ce ne corre dal considerare ‘delittuose’ quelle seguite da milioni di persone e non ce la sentiamo di ‘sparare’ giudizi categorici come quelli che abbiamo letto’. Rivolgendosi ai promotori delle sottoscrizioni replica: ‘Agli uni e agli altri, se solo ci fosse stato chiesto, avremmo spiegato le ragioni della scelta sofferta e discussa del ‘sì’ alla richiesta che ci è stata avanzata e che noi non abbiamo in alcuno modo sollecitato’. Un ‘sì’ che sembrerebbe legato anche alla possibilità di ospitare nel 2005 il ‘Festivalbar’. Il costo è ‘zero’ per il Comune, non per la comunità. Spiega la nota, l’onere di ‘circa 36.000 euro’ è coperto ‘da 1/3 da ‘Centro Servizi S. Spirito Gubbio Incontri’ (società pubblico-privata), 1/3 dalla Camera di Commercio e 1/3 dal Servizio turistico locale Alto Chiascio’. Il valore di ‘mercato’ dell’operazione’, prosegue il Comune, è ‘superiore ai 500.000 euro’. Il Comune, che si è limitato a ‘concedere piazza 40 Martiri, non avrebbe dovuto accettare senza nessun aggravio per le casse questa operazione? Eh no, a questo gioco al massacro non ci stiamo’.
Gubbio, ‘Veline’… o veleni?
Il programma di Antonio Ricci è pronto a sbarcare in città: ma c'è chi promette battaglia
AUTORE:
Giampiero Bedini