La città di Gubbio torna a mobilitarsi attraverso le sue espressioni istituzionali, politiche e scolastiche per ampliare l’offerta formativa con un indirizzo alberghiero connaturale alla vocazione e alle caratteristiche del territorio. Era richiesto da tempo dall’istituto di istruzione “Gattapone-Cassata”; era stata individuata la sede nel Centro servizi Santo Spirito, e programmato l’inizio con l’anno scolastico 2015-16, ma c’è stato un brusco stop quando l’assessore regionale Carla Casciari, rispondendo a una sollecitazione del consigliere Orfeo Goracci (Comunisti umbri) ha di fatto negato l’esistenza dei requisiti per l’attivazione del nuovo corso.
Tra gli elementi presi in considerazione elencati dalla Casciari, anche “il quadro economico-sociale del comparto turistico” da cui emerge che il settore, “secondo una proiezione, fino al 2016 assorbirà un +0,7 per cento di posti di lavoro, pari a 650 unità”, ma Gubbio “potrà garantire al massimo 22 giorni di lavoro all’anno”.
Risposte e considerazioni che non trovano alcuna condivisione, tanto che la reazione è stata presso che unanime, dal consigliere Goracci al sindaco Stirati, da “Liberi e democratici” ad altre forze politiche. Da parte sua, la dirigenza del “Cassata-Gattapone” è andata avanti e le verifiche condotte con Provincia e Comune hanno confermato l’idoneità “in termini di sicurezza, igiene e destinazione urbanistica” del Centro servizi Santo Spirito.
Recente infine la presa di posizione anche del consigliere regionale Andrea Smacchi, secondo cui “l’indirizzo alberghiero a Gubbio si dove istituire nel più breve tempo possibile. Le verifiche sulla sostenibilità economica sono state completate e hanno dato risultati positivi; le strutture messe a disposizione dal Comune sono di alto livello qualitativo e rispondono in pieno alle esigenze didattiche”.
Inoltre “le decine di manifestazioni di interesse degli imprenditori, delle associazioni di categoria e delle sigle sindacali, e le quasi 3.000 firme raccolte non possono cadere nel dimenticatoio per colpa di una politica miope e poco coraggiosa”. Smacchi ricorda poi che “l’indirizzo alberghiero sarebbe ospitato al piano terra del complesso Santo Spirito con una disponibilità di spazi superiore ai 700 mq”.
Conclude richiamando i risultati di un sondaggio che ha confermato “la concreta possibilità di attivare sin da subito due classi prime per un totale di 50-60 alunni, senza considerare l’ulteriore adesione di studenti della fascia appenninica”.
Si confida in un ripensamento da parte della Regione.