GUALDO TADINO. Sabato 31 gennaio riapre la Rocca Flea

Nuovi musei, nuove raccolte

L’andamento dei lavori, che avevano subito rallentamenti negli ultimi mesi, aveva fatto paventare un ritardo. Ma la Rocca Flea riaprirà sabato 31 gennaio, alle ore 10, con una cerimonia ufficiale di inaugurazione. E con essa riapriranno tutti gli importanti musei della città, chiusi da più di un anno. In primo luogo riaprirà la Pinacoteca, una sezione della quale era ospitata provvisoriamente presso la chiesa di Santa Chiara per la mostra Aspettando Matteo da Gualdo. I lavori di restauro e di ristrutturazione della Rocca, costati complessivamente 600.000 euro, hanno permesso di recuperare interamente, oltre alla Palazzina Del Monte, anche una serie di nuovi locali, che verranno interamente adibiti alla Pinacoteca che – altra novità – amplierà la raccolta delle opere visibili al pubblico. Inoltre, il mese prossimo, aprirà i battenti la grande mostra su Matteo da Gualdo, con tutti i capolavori del grande pittore rinascimentale provenienti da tutto il mondo: si tratta del più grande evento culturale umbro, dopo la grande mostra sul Perugino della Galleria nazionale dell’Umbria. Oltre alla Pinacoteca, verrà riattivato il Museo della ceramica, che comprende una preziosa raccolta di maioliche a lustro dal medioevo al secolo scorso. E poi, il nuovo Antiquarium. Rinnovato perché, nei restaurati locali della Palazzina del Monte, verrà esposto gran parte del ricco corredo proveniente da dieci tombe preromane e una piccola ma significativa sezione dei reperti provenienti dal sito archeologico gualdese di Col dei Mori, il più importante, per consistenza, di tutta l’Italia centrale. In attesa che si allestisca a Gualdo Tadino un museo archeologico comprendente tutti i reperti – gran parte dei quali giace in un magazzino della Sovrintendenza a Spoleto – questa sarà un’occasione unica per ammirare una raccolta di vasi, fibule, gioielli, armi e vari altri oggetti di uso quotidiano dell’antica città umbra di Tarsina. Una raccolta, certo, provvisoria, in quanto quasi nessuno dei reperti è stato restaurato. Ma esporli comunque – a giudizio dei responsabili della Sovrintendenza – potrebbe essere il modo migliore per smuovere le acque, creare un moto di opinione attorno alla vicenda e reperire i finanziamenti necessari prima al restauro e poi all’allestimento di una raccolta museale moderna, fruibile non solo agli esperti e ai turisti, ma soprattutto ai ragazzi delle scuole.

AUTORE: Pierluigi Gioia