Ci sono molti motivi per ringraziare Dio per la beatificazione di Giovanni Paolo. L’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti si prepara a essere voce dei molti fedeli che si uniranno a lui nella solenne celebrazione di venerdì 13 maggio nel piazzale Gambuli dell’ospedale di Perugia, all’ombra del monumento a Maria e a Giovanni Paolo II voluto dal suo predecessore mons. Giuseppe Chiaretti. Data e luogo non occasionali. Il 13 maggio, festa della Madonna di Fatima, ricorre il 30° anniversario dell’attentato subito dal Papa in piazza San Pietro. E l’ospedale è un luogo simbolo del grande amore per la vita che Giovanni Paolo II ha testimoniato in ogni modo e in ogni luogo, ma in maniera del tutto speciale negli ultimi anni della sua vita segnata dalla malattia. Questo Papa “venuto di lontano”, aggiunge mons. Bassetti, “ha ridato alla Chiesa e all’umanità intera la speranza di una vita e di un mondo che può rinnovarsi. Ha testimoniato la sua fede in Cristo senza tentennamenti, senza compromessi. Ha ricordato alle società opulente il primato dell’amore universale e il dovere di un’equa distribuzione dei beni; si è fatto voce delle moltitudini affamate e oppresse del mondo per rivendicare diritti e dignità. È stato una voce che ha gridato nel deserto dei valori della società contemporanea. Una voce spesso inascoltata dai potenti, ma che ha dato forza agli umili”. Una “voce” che turbava le coscienze e che proprio trent’anni fa, più o meno nell’ora in cui mons. Bassetti celebra la messa, fu colpito a morte in piazza San Pietro.
“Giovanni Paolo II disse che fu la Vergine di Fatima a salvargli la vita” e, ricorda l’arcivescovo, “appena rimessosi in salute venne a Collevalenza, il 22 novembre 1981, per ringraziare Dio, Amore Misericordioso, di avergli salvato la vita”. Un grazie particolare anche per la visita che 25 anni fa Papa Wojtyla fece alla città di Perugia alla vigilia del primo storico incontro interreligioso di preghiera per la pace nel mondo che volle avvenisse ad Assisi . Mons. Bassetti ricorda la visita a Perugia il 26 ottobre 1986, e le parole che il Papa rivolse alla città e “alle varie componenti della nostra Chiesa” indicando “il sentiero di vita cristiana sul quale ancora oggi siamo incamminati”. Chiamò i giovani e le famiglie ad essere protagonisti della “nuova evangelizzazione”. Missione, ovvero “andare verso gli altri saldi e uniti nella fede, che scaturisce e si alimenta alla fonte della preghiera e del colloquio con Dio”. “Io – racconta mons. Bassetti – ricordo sempre il Papa assorto nella contemplazione. Non era in estasi, ma era totalmente immerso in Dio. Anche in questo è stato un modello per tutti noi”. Molti i motivi per dire grazie a Giovanni Paolo II, ma mons. Bassetti li riassume in un “grazie” per “l’esempio che ci hai dato, per l’amore che ci hai portato, per la tua fede e la tua testimonianza”. E al Beato Giovanni Paolo II chiede di “benedire dal cielo” “questo grande Ospedale, ove tanta gente, ogni giorno, cerca sollievo alla sofferenza”, la città di Perugia e la terra umbra “che hai portato sempre nel cuore”.