Sono passati venti anni esatti dalla tragedia nucleare del 26 aprile 1986 a Chernobyl. Impossibile dimenticare la drammaticità di un incubo non ancora svanito. È stato calcolato che nel corso degli anni l’incidente nucleare è costato la vita a circa 25 mila persone, mentre il dramma delle popolazioni colpite dal fall-out nucleare non si è purtroppo attenuato. Una giovane orvietana, Grazia Paoleri, da anni è volontaria internazionale a Kiev in Ucraina. Attualmente è impegnata nel progetto ‘Un sorriso in corsia’, promosso dall’associazione Soleterre, volto a garantire un sostegno concreto all’ospedale oncologico di Kiev. Come sempre i bambini, deboli tra i deboli, hanno subito e continuano a pagare le conseguenze di un’immane ingiustizia. In Ucraina, ci racconta Grazia, le cifre sono allarmanti: ogni anno 1.500 bambini si ammalano di tumore. A questo dato tragico si somma lo stato di collasso in cui versa la sanità del Paese. I tagli alla spesa sanitaria hanno determinato una situazione di emergenza, con la negazione dei diritti elementari dei pazienti. In particolare nell’ospedale di Kiev mancano apparecchiature, materiali di prima necessità, come perfino garze e siringhe. A causa della carenza di adeguate strumentazioni, solo il 10% delle forme tumorali viene diagnosticata correttamente. Le diagnosi tardive o inadeguate determinano un notevole incremento delle forme tumorali in stadio avanzato. Di conseguenza la percentuale di mortalità infantile è notevolmente più alta dello standard europeo. Mentre la mancanza di una dieta adeguata, di un supporto psicologico, di spazi di ricreazione, sono un’ulteriore offesa al diritto alla vita di questi bambini. Consapevoli che tale situazione non è più sostenibile, l’associazione Soleterre (www.soleterre.it) ha promosso l’iniziativa, valida per tutto il mese di aprile, di un sms al numero 48582, per donare un euro all’ospedale oncologico di Kiev.
Grazia, di Orvieto, volontaria in Ucraina
UN PROGETTO per aiutare i bambini dell'ospedale oncologico
AUTORE:
Federica Sabatini