Nel giorno dell’Epifania la cura e la gestione della basilica e del convento di Sant’Ubaldo sono passate dai Minori francescani a mons. Fausto Panfili e don Stefano Bocciolesi, nominati dal vescovo Mario Ceccobelli, quali priore e vice, a raccoglierne una eredità pesante e delicata. Un compito comunque stimolante.
Il passaggio di consegne è avvenuto in un clima di gratitudine, rimpianto e commozione al termine di una concelebrazione presieduta dal Vescovo, presenti l’emerito Bottaccioli, il provinciale padre Bruno Ottavi, i frati Andrea Dall’Amico e Pietro Mechelli, oltre a Panfili e Bocciolesi. Il servizio liturgico era curato dai Cantores beati Ubaldi, diretti dal maestro Menichetti. Tra i tanti saluti fino alla basilica anche il sindaco Guerrini, i presidenti dell’Università dei Muratori Mariani, del Maggio eugubino Lupini, della famiglia dei Santantoniari Alfredo Minelli, Monacelli per i vigili del fuoco; nelle prime file qualche posto vuoto, “sottolineatura” di una vicenda non condivisa.
Per una singolare coincidenza, l’arrivo e la partenza dei Francescani hanno avuto come protagonista due vescovi con lo stesso nome di battesimo, Mario. “Nel 1816 – ha ricordato mons. Ceccobelli rivolgendosi agli ultimi due religiosi che hanno abitato il convento sul monte Ingino – era stato Mario Ancaiani darvi il benvenuto. Oggi tocca ad un altro Mario formularvi il commiato, con un tumulto di sentimenti come sottofondo, accompagnandolo con il ringraziamento più vivo per il generoso lavoro svolto in tutti questi anni”. Dopo una breve cronistoria della basilica e dei priori che l’hanno guidata, ha aggiunto: “Oggi vi salutiamo con sentimenti di gratitudine e rammarico”.
Dopo un intervento di mons. Bottaccioli che ha fatto riferimento alla cronistoria del luogo, il provinciale padre Ottavi ha riepilogato i motivi di una decisione dolorosa che, in un ridimensionamento avviato da tempo, è imposta dal calare delle vocazioni e dalle responsabilità aggiuntive richieste ai francescani. Ha tenuto a mettere in evidenza che in loco resta forte ed autorevole la presenza dei francescani (chiesa e convento di San Francesco). A seguire il saluto ed il ringraziamento commosso di padre Andrea, e la consegna da parte del Vescovo agli “ultimi due frati di S. Ubaldo” di un oggetto ricordo (un portachiavi).
Al termine, nel chiostro del convento, anche il saluto degli Sbandieratori per un “grazie” affidato a quei vessilli che della città esprimono storia e sentimenti.