di Daris Giancarlini
Neve, ghiaccio, freddo polare… e Burian, o Buran o… buriana: non si è parlato d’altro, o quasi, negli ultimi dieci giorni. Prima con le previsioni: che dicevano tutte la stessa cosa, e cioè che da domenica pomeriggio anche l’Umbria sarebbe stata interessata dall’ondata di gelo. Cosa che, più o meno nei tempi e nei modi annunciati dai meteorologi dei tantissimi siti internet dedicati al “tempo che fa(rà)”, si è effettivamente verificata.
Poi sono arrivate, implacabili al pari della neve, le polemiche: per i ritardi dei treni, per le scuole chiuse o aperte, per i mezzi spargisale che si sono fatti vedere in alcune zone piuttosto che in altre. I social media, come accade da un po’ di tempo a questa parte, si sono rilevati un veritiero ‘termometro’ (!) della reazione della gente a un evento così condizionante come quello del grande freddo. Così sono fioccati insulti e contumelie per chi si doveva attivare per tempo e l’ha fatto con ritardo, ma si sono anche scatenate schiere di fotografi improvvisati per immortalare la giornata di neve in tutti i suoi aspetti. Ma si poteva tenere fuori da queste reazioni il collegamento tra maltempo e campagna elettorale? La domanda è retorica… Si è arrivati al punto che, per esempio, le Amministrazioni di due Comuni confinanti e contigui, come Perugia e Corciano, sono state vituperate sui social, la prima da esponenti del centrosinistra (essendo la Giunta di centrodestra) e la seconda da rappresentanti e militanti del centrodestra (essendo la Giunta di centrosinistra).
Insomma, una battaglia a palle di neve ‘militanti’. Così il gelo che avvolge la gente ‘normale’, alle prese con un posto di lavoro da raggiungere o un parente da portare dal dottore, si trasferisce anche nell’anima e nel cervello. Pensando a questo o quel politico che crede di attrarre consensi secondo il vecchio schema del “piove, Governo ladro…”.