Gioiosi come i venerdì pomeriggio all’uscita dalla fabbrica, banalmente centrali come i mercoledì vuoi di coppa vuoi di rito semplice, dolorosamente puntuali come le sconfitte dell’Italia ai campionati mondiali di calcio, il Governatore della Banca d’Italia ripropone i suoi appelli. Direttamente al Governo centrale e a quelli regionali, indirettamente alle forze politiche e a tutti noi cittadini. Spendete troppo. Spendete male. Dovete risparmiare. Dovete tagliare. Le regioni spendono troppo per la sanità. Il Governo spende troppo per la rappresentanza. Grazie, Governatore. Questo è il suo mestiere, grazie. Il mestiere della Banca d’Italia. Mestiere prezioso, consigli dei quali una nazione seria non può fare a meno. Per questo vi paghiamo bene, lei e i suoi; per questo un usciere da voi prende più che un preside di scuola da noi. Giusto. Giustissimo. Dovete essere tranquilli, sereni, liberi da ogni pur lontana preoccupazione su come mettere insieme il pranzo con la cena, la cena con la merenda, la merenda con la colazione, il tutto con lo yogurt al ginseng la mattina e il wiskey on the roks la sera. Quibus praemissis, se la mia flebile voce potesse, da questo remoto angolo della provincia profonda, avere qualche speranza di giungere al suo orecchio, io le direi: Governatore, la prego, quando ci invita a ‘tagliare’, sia più preciso. Perché i destinatari diretti dei suoi appelli rischiano di capire a senso unico. E tagliano là dove non trovano resistenza ai tagli. Quando dice ‘Bisogna tagliare’ aggiunga: ovunque, ma non su quel poco che lo Stato e le regioni destinano ai più deboli. Perché ‘ vede ‘ il solo pronunciare da parte sua il verbo ‘tagliare’ immediatamente orienta le antenne di gran parte di quelli che ai tagli sono preposti proprio verso quelle categorie. A chi tagliare se non a loro? Disabili, malati mentali, tossicodipendenti, anziani a basso reddito. La nostra spesa a loro vantaggio è ai livelli europei minimi. In genere loro hanno alle spalle una famiglia modesta. In genere non hanno il senso dei propri diritti: sono convinti che quello che ricevono dallo Stato sia una benevola elargizione, sono disposti a baciare la mano che firma. Governatore, la prego: quando invita a ‘tagliare’, sia più preciso. Per evitare l’incremento della categoria dei taglieggiatori. Ce ne sono già troppi, in giro, e agiscono in nome della Legge.