Manca il lavoro, e gli immigrati diventano imprenditori. In Umbria, secondo i dati Inail del Dossier statistico immigrazione 2017, gli occupati nati all’estero sono 44.933, di cui il 22,7% provenienti dalla Romania, il 14,2% dall’Albania e il 7,8% dal Marocco. Più del 57 per cento sono uomini. Il 48,5 per cento lavorano nei servizi, il 12,2% in agricoltura e il 32,7% nell’industria. La grande maggioranza (73,7%) degli occupati nati all’estero è impiegata in micro-imprese con meno di dieci dipendenti: un dato in linea con quello nazionale. Dal dossier risulta che anche gli immigrati incontrano difficoltà nel trovare un lavoro, e forse anche per questo quelli che magari vivono da anni in Italia diventano imprenditori, soprattutto nel settore del commercio e delle costruzioni. Le imprese straniere in Umbria sono 8.277, pari all’8,7% del totale, un dato inferiore alla media del resto del Paese (9,4%). Rispetto all’anno precedente sono aumentate del 2,3%, meno della media nazionale (+3,7%) mamolto di più di quelle italiane, cresciute solo dello 0,2 per cento.
In provincia di Perugia la media della crescita (+3,4%) del numero delle imprese di stranieri è superiore alla media regionale. Delle 72.965 imprese registrate al 31 dicembre 2017 alla Camera di commercio, 6.600 sono di cittadini stranieri, originari di ben 115 Paesi! Di queste ultime, quasi l’80% è costituito da ditte individuali. Gli stranieri diventati imprenditori in provincia di Perugia provengono in prevalenza dal Marocco (1.031 imprese, ossia il 19,7%), dall’Albania (13,4%) e dalla Romania (13%). La Cina sale al quarto posto (6,6% del totale), seguita da Svizzera, Nigeria, Francia, Tunisia, Germania, Algeria, Macedonia. Queste imprese operano soprattutto nei comparti del commercio compreso ambulantato – per il 34,5%, delle costruzioni (29,6%) e delle attività manifatturiere (8,4%). Consistente la presenza anche nel settore dell’agricoltura e silvicoltura (6,9%) e delle attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (6,1%, compresi esercizi bar).
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