Gli immigrati e la pensione

 

Nelle diatribe fra coloro che vorrebbero restringere (se non chiudere) le porte ai migranti, e coloro che invece sono per l’accoglienza, i secondi portano, fra l’altro, un argomento utilitaristico. Dicono che è nel nostro interesse avere molti immigrati perché “saranno loro a pagare le nostre pensioni”, s’intende con i contributi che verseranno i loro datori di lavoro. Questo argomento ai più risulta incomprensibile. Il fatto è che molti non sanno come funziona il meccanismo delle pensioni; non per colpa loro, ma perché chi lo sa non lo spiega.

Ci provo io adesso. I più credono che i loro contributi versati mese per mese siano messi a loro nome in una specie di salvadanaio, e che la loro pensione sarà presa da lì; credono insomma che la pensione sia la pura e semplice restituzione dei contributi. Invece non è così; anche perché, quando questo sistema è stato costruito, la moneta si svalutava massicciamente di anno in anno e accantonare i soldi non aveva senso. Prendete un pensionato che oggi ha 80 anni (ce ne sono molti più anziani): quando ha cominciato a lavorare, diciamo 60 anni fa, il suo stipendio mensile era intorno alle 50.000 lire, che oggi sarebbero 25 (!) euro. In quegli anni, però, mentre la moneta si svalutava, l’economia nazionale cresceva, cresceva anche il numero degli occupati, crescevano i loro stipendi e i contributi che loro (o i loro datori di lavoro) pagavano. Quindi il sistema pensionistico è stato costruito con la formula della “ripartizione”: le pensioni si pagano, ogni mese, prelevandole dai contributi riscossi il giorno prima.

Quando l’economia è in crescita, il meccanismo basta e avanza. Adesso però, e ormai da qualche anno, si verifica che l’economia nazionale non cresce più, e soprattutto cala il numero di quanti lavorano e pagano i contributi. Nello stesso tempo – grazie a Dio e al progresso della scienza medica – la vita media si allunga; quindi aumenta la quota di pensionati sul totale della popolazione. Allora bisogna far pagare pro capite più contributi; ma così aumenta il costo del lavoro e gli imprenditori assumono meno persone. Insomma, si rischia che non ci siano più soldi per le pensioni. Questo spiega la legge Fornero. E spiega anche perché – al di là di tutti i discorsi umanitari – ci conviene reclutare più manodopera a basso costo facendo entrare più migranti. Non è bello dirlo, ma è così.