Due realtà economiche da oltre mezzo milione di euro di fatturato annuo. Ma soprattutto due luoghi dove, accanto al lavoro, si sperimenta quotidianamente l’accoglienza e l’integrazione di persone ‘diversamente abili’. Si tratta delle due cooperative sociali del gruppo di Capodarco, le società San Girolamo e La Saonda. I rispettivi amministratori, i presidenti Antonio Scavizzi e Antonio Fania, hanno incontrato di recente il sindaco di Gubbio, Orfeo Goracci e Daniela Fecchi, presidente della commissione Servizi sociali del Consiglio comunale. E’ stato un itinerario guidato attraverso i cicli produttivi delle due cooperative, insieme al presidente della Comunità di Capodarco dell’Umbria, don Angelo Fanucci, coordinatore di tutto il sistema che prevede, intorno alla comunità, associazioni di volontariato, gruppi di amici e cooperative sociali. La San Girolamo e La Saonda si collocano, con la propria filosofia e con la propria autonoma struttura, nell’ambito e a servizio dell’impegno istituzionale della comunità, per l’inserimento lavorativo mirato di disabili o di persone comunque in difficoltà. La Comunità di Capodarco dell’Umbria infatti opera in tre settori essenziali del suo impegno ‘per’ e soprattutto ‘con’ i meno fortunati: l’allestimento di residenze, l’inserimento lavorativo, servizi medico-sociali. Per il lavoro, la comunità ha a disposizione anche altre quattro cooperative sociali: Il Girasole, la Sir.Coop, la agricola Colfiorito e, a Perugia, la Prepo, oggi in via di ricostituzione con altro nome. La cooperativa San Girolamo si occupa di meccanica ortopedica e articoli carnevaleschi, con un fatturato annuo di circa mezzo miliardo delle vecchie lire. La Saonda, invece, realizza cornici artigianali, mobili e infissi in legno, assembla cappe di aspirazione e commercializza opere d’arte e oggetti in argento. La visita del Sindaco eugubino e della dottoressa Fecchi è dovuta al fatto che il Comune sta ultimando la riappropriazione dei servizi sociali, che per molti anni erano stati delegati alla Asl. E questo avviene nel momento in cui, in merito al privato sociale, si parla non più di convenzionarlo (quando lo merita) in vista della prestazione di certi servizi, ma di accreditarlo, di riconoscergli cioè (sempre quando lo merita) la stessa dignità dell’azione pubblica: dentro lo schema generale predisposto dall’Ente pubblico, nella piena accettazione del suo potere di programmazione generale e di controllo. ‘Tra convenzione e accreditamento può non esserci differenza sul piano pratico, ma ‘ in realtà ‘ c’è un abisso sul piano politico’, spiega don Angelo Fanucci. ‘In questo momento ‘ continua ‘ le due cooperative hanno chiesto all’Amministrazione comunale, tramite i due suoi qualificatissimi rappresentanti, di prendere atto della loro realtà e le hanno posto un paio di domande: vi pare che il nostro potenziale d’inserimento lavorativo di gente in difficoltà, per la qualità e la quantità delle risposte che è in grado di dare, meriti di essere preso in considerazione? E poi, vi pare che questo potenziale meriti uno spazio più consistente all’interno delle politiche d’inserimento lavorativo dei disabili? Nessuna rivendicazione ‘ continua il Presidente di Capodarco dell’Umbria ‘ di fantomatici diritti di primogenitura. Nessun appello a storia di volontariato che in passato hanno legato alla comunità giovani che oggi sono i nostri amministratori. Solo un appello alla sensibilità e insieme al realismo di amministratori che per i loro cittadini, soprattutto per i meno fortunati, devono volere il meglio che si offre sul territorio’.
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