di E. G.
Il giornalismo in un orizzonte europeo, nel segno di David Sassoli. Così si è aperta, questo pomeriggio, presso la sala concordia del Comune di Assisi, la Scuola nazionale di alta formazione Ucsi “Giancarlo Zizola” partecipata da decine di giovani giornalisti provenienti da tutta Italia. Nel saluto iniziale la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno ha ricordato la testimonianza personale, professionale e politica di Sassoli. “É impossibile separare la sua esperienza politica da quella umana, dimensioni che ha fatto sempre dialogare. E restando desti davanti a questo “autunno dell’umanità” è necessario aprire nuovi orizzonti, soprattutto alla luce di questa guerra”.
Dopo il benvenuto da parte del Vescovo Domenico Sorrentino e il saluto del sindaco Stefania Proietti – che ha ribadito l’importanza di avere una sede nazionale Ucsi anche ad Assisi – il ricordo di Sassoli è stato scandito dalla testimonianza di padre Francesco Occhetta segretario Generale Fondazione pontificia “Fratelli tutti”. Per Occhetta “La testimonianza culturale di David si può racchiudere in tre punti: essere inclusivi e laici senza dimenticare le proprie radici, quelle che nutrono la nostra testimonianza di cristiani; ricercare la giustizia e in questo modo discernere tra il bene il male; essere attenti ai linguaggi che adoperiamo perché costruttori della dimensione identitaria di un popolo. Scuole come la nostra devono contribuire a costruire un giornalismo come servizio pubblico educante. La nostra professione oggi come mai deve collegare solitudini”.
Commosso il ricordo di Tommaso Giuntella, legato a David grazie all’amicizia che legava Sassoli con il padre Paolo. Tra tutti l’aneddoto della panchina, quella di via Monte Zebio a Roma dove con un fischio, il piccolo David incontrava i suoi amici discutendo di politica, di come riformare il Paese ispirandosi al Vangelo e ai principi di giustizia. “Grazie ai racconti di papà – dice Giuntella – ho invidiato quella panchina e i confronti che si creavano intorno ad essa. Era un tempo in cui c’era tempo, in cui si leggeva prima di scrivere. David studiava insieme a loro e non ha mai smesso di farlo, la sua scrivania in redazione al Tg1 era sempre piena di libri e spunti. Ha amato la politica e il giornalismo ma senza chiedere visibilità”.
La sua battaglia per l’accoglienza dei migranti viene ricordata da Marco Damilano che in un messaggio video ha voluto salutare i giovani corsisti riuniti ad Assisi. “Grazie al suo impegno e alla sua passione, Sassoli ha saputo diventare leader dell’informazione e poi leader politico. Ci ha insegnato che il nostro lavoro non può ridursi a semplice semaforo, verde o rosso elencando semplicemente dei fatti senza spiegarli. Non ci riduciamo a questo, difendiamo quel giornalismo che vigilia la coscienza come affermava Dossetti, spesso citato da David”.