Ho avuto l’occasione di assistere per un tratto di tempo ad uno dei soliti dibattiti salottieri del Maurizio Costanzo show in cui era dominante l’esaltazione di un fascio di luoghi comuni comprendente coppie di fatto, matrimoni gay, adozioni a coppie gay e cose affini. Ad una Alessandra Mussolini strenuamente e coraggiosamente impegnata a difendere i valori tradizionali, soprattutto a tutela dei bambini e di una sana e naturale educazione sessuale, si è opposto altrettanto strenuamente Grillini, massimo esponente dei gay italiani, che, tra l’altro, ha esaltato un’associazione di coppie omosessuali americane che si fa carico di adottare i bambini che non vuole nessuno. Da qui l’esaltazione del buon cuore e dell’altruismo di queste persone. Il grande maestro laico che su tutto e sempre ha l’ultima parola, ha frenato Grillini, ma ha rivendicato il diritto di coppie di fatto, permanenti o provvisorie, etero e omosessuali a non doversi sottoporre alle forche caudine del matrimonio.C’è, almeno nei massmedia e in alcuni ambienti politici, un vento trasversale che sembra maggioritario per una secolarizzazione sfrenata della vita e dei valori su cui è fondata la società. Vi sono dei gruppi e dei movimenti che si attribuiscono un onore di essere diversi e vogliono che la loro diversità diventi norma convivente alla pari con tutto il resto della società (Gay pride). In alcune nazioni europee questo è avvenuto sul piano legislativo e alcune amministrazioni scimmiottando il verso hanno compilato liste comunali di coppie di fatto. Qualcuno, anche vicino a noi, si è meravigliato e si appresta a dimostrare per la presunta negazione ingiunta ad un gay di fare l’educatore di adolescenti. L’educatore, si sa, non è un semplice informatore, ma un esempio e un modello e non so se i genitori di quei ragazzi gradirebbero.Naturalmente, ogni critica a queste posizioni suscita reazioni di vittimismo e si scomodano tempi e usi antichi di emarginazione e di persecuzione. Ma non è certo intenzione di nessuna persona civile di ricorrere a forme denigratorie e socialmente emarginanti. Si tratta soltanto di difendere la persona umana nella sua integralità che non è riducibile al puro e semplice esercizio di una libertà puramente autoreferenziale che si vuole garantita legalmente.. La persona umana è complessa e la società ha bisogno di svilupparsi e di sopravvivere seguendo prima di tutto i principi della natura razionale e delle strutture portanti della relazionalità, compresa la libertà. Questa deve essere commisurata con tutte le altre esigenze cui una società si deve adeguare se vuole conservare un certo ordine e equilibrio e continuare ad esistere. Un segnale che questa esigenza viene di nuovo percepita da larghi strati di popolazione soprattutto giovanile risulta da una recente indagine della Iard, uno degli istituti di ricerca giovanile più accreditato (editrice Il Mulino) che da decenni fa ricerche continuamente aggiornate sull’universo giovanile.Ebbene secondo lo Iard più del 50 per cento di giovani (dai 15 ai 29 anni) è contraria al divorzio. Forse ne hanno sperimentato le tristi conseguenze nella propria famiglia. Il 72% è contraria all’aborto, il 77% disapprova le relazioni extraconiugali, e l’82% i rapporti omosessuali. Che sta succedendo? Un’inversione di tendenza? Sono giovani diversi da come vengono descritti? E’ presto per dirlo. Probabilmente dovremo costatare che la società frammentata e pluralista come l’attuale, come dice Scoppola, è formata da tante minoranze, che possono fare maggioranza nella misura in cui si ritrovano insieme su precisi punti di riferimento, come hanno fatto i cattolici in Parlamento sulla procreazione assistita.La persona umana, la difesa della vita, della famiglia fondata sul matrimonio, il rispetto della dignità della persona umana anche di quella che si dichiara diversa e quindi delle minoranze nel quadro di leggi condivise, sono i luoghi sociali di una alleanza possibile per uno sviluppo ‘sostenibile’ della società, senza vittime e senza prevaricazioni. E’ un impegno per evitare quel ‘degrado antropologico’ in atto, denunciato di recente dal card. Ruini
Giovani diversi
AUTORE:
Elio Bromuri