Quattro le domande che i giovani hanno posto a Papa Francesco dalla piazza di Santa Maria degli Angeli. Riguardavano la fatica di sposarsi nella situazione attuale, l’impegno nel sociale, la vocazione religiosa e l’annuncio del Vangelo nel quotidiano.
Le risposte di Bergoglio hanno intrecciato le varie tematiche (ha anche scherzato sul fatto di “avere già le risposte scritte”). “Ci vuole coraggio oggi – ha detto – per formare una famiglia. Il matrimonio è una vera vocazione, come il sacerdozio e la vita religiosa. Ma con la certezza della chiamata di Dio non si ha più paura di nulla. I nostri nonni o bisnonni si sposarono in condizioni anche più povere di quelle di adesso. I miei genitori sono emigrati. Che cosa li sosteneva? Con le certezze di fede hanno superato le prove più dure: certezze semplici ma vere, che li aiutavano ad andare avanti”. Invece “la società in cui voi vivete privilegia i diritti individuali anziché la famiglia. Le relazioni durano solo fintanto che non arrivano delle difficoltà. Coppie che si amano, ma dicono che resteranno insieme finché durerà l’amore. Una volta un giovane mi ha detto: Voglio farmi prete per 10 anni, poi vedrò…”
E’ anche vero, ha sottolineato Francesco, che “a fronte di maggiori difficoltà, lo Spirito suscita nuove risposte: corsi di preparazione, movimenti familiari… tutte cose preziosissime. La fantasia dello Spirito – oserei dire – è infinita, ma molto concreta”.
Quindi, matrimonio e sacerdozio sono entrambe chiamate di Dio, ma “come riconoscere questa vocazione? Anzitutto, pregando e camminando nella Chiesa. Alla base c’è sempre un’esperienza forte di Dio, che non si dimenticherà mai. Dio ci sorprende sempre, ma è anche importante avere un rapporto quotidiano con Lui. Ogni storia è unica, ma tutte le strade partono da un incontro in profondità, che coinvolge tutta la persona. La verginità per il regno dei cieli non è un ‘no’, è un ‘sì’ in risposta al Sì totale di Cristo a noi. E questo ‘sì’ rende fecondi”.
Poi, tornando alla figura del Poverello: “Francesco dice a tutti, a me per primo: Sii servitore del Vangelo! E il Vangelo riguarda l’uomo, la società, la civiltà, il messaggio di salvezza di Dio per l’umanità. Ognuno di noi infatti ha bisogno di salvezza, ma da soli non ce la facciamo. E’ la salvezza dal Male, che è all’opera ma non è invincibile, e il cristiano non si rassegna al male. Voi vi rassegnate?”
Dalla folla: “Nooooo!”
“Il nostro segreto è che Dio è più grande del Male, è Amore infinito, Misericordia senza limiti, e ha vinto il male in radice nella morte e risurrezione di Gesù. Con l’evangelizzazione siamo chiamati a suscitare la fede e trasformare il mondo, ma in realtà si tratta di un’unica missione. Portare il Vangelo con la testimonianza della nostra vita. Sapete cosa disse san Francesco una volta? ‘Predicate sempre il Vangelo e, se necessario, anche con le parole!'”. E ha concluso con un invito alle nuove generazioni della nostra regione: “Giovani, date all’Umbria un messaggio di vita, di pace, di speranza!”
D. R.