Si è celebrata questa mattina, nella sala dei Notari di Perugia, la Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato istituita con la Legge n. 155 del 13 novembre 2020 “per onorare il lavoro, l’impegno, la professionalità e il sacrificio del personale medico, sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato nel corso della pandemia da Coronavirus” Covid19.
Per l’occasione l’Azienda Ospedaliera di Perugia ha promosso un momento di ringraziamento al personale impegnato nella lotta al Covid alla presenza della città e delle Istituzioni.
Presente anche il Maestro Mogol, promotore, insieme al regista Terzani Ozpetek, della Giornata nazionale del 20 febbraio “per non dimenticare l’impegno profuso sul campo di tutti i sanitari nella lotta alla pandemia”.
Gli interventi della mattina
Il Direttore generale facente funzioni dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, Giuseppe De Filippis, ha aperto la giornata con un saluto rivolto alla città: “Abbiamo deciso di uscire dall’Ospedale e di abbracciare simbolicamente la città di Perugia” che, nella battaglia contro la pandemia da Covid19, “ci ha dimostrato una grandissima solidarietà”.
De Filippis ha ricordato i sanitari “che si sono spesi con una dedizione fuori dal comune”, la cittadinanza che “ha lottato insieme a noi”, le Istituzioni che “hanno supportato lo sforzo e il lavoro degli operatori in questi due anni di pandemia” e il “mondo del Volontariato”.
Come Commissario per l’emergenza Covid, ha sottolineato Massimo D’Angelo “ho avuto la responsabilità di prendere decisioni delicate ma sono sempre stato sostenuto da tutti gli operatori, di ogni ambito e disciplina, che si sono messi a disposizione in maniera encomiabile, con dedizione, umanità e professionalità”.
Per l’Università il professor Talesa ha portato i saluti del Magnifico Rettore Maurizio Oliviero, che ha ringraziato chi “ha dimostrato uno straordinario senso di responsabilità, unione altissima di senso del dovere e amore per l’altro, consentendoci così non solo di non dimenticare, ma a volte persino di riscoprire, la nostra umanità più vera.”
Il Sindaco del Comune di Perugia, Andrea Romizi, ha espresso apprezzamento per una ricorrenza che “tiene vivo il ricordo dei sacrifici fatti da chi è stato ed è in prima linea per assistere la popolazione”.
Il Sindaco ha ricordato che già nel 2020 la città ha espresso la sua gratitudine premiando “con l’iscrizione nell’Albo d’oro l’Azienda ospedaliera di Perugia, il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi, la Usl Umbria 1, le Professioni Sanitarie e l’Avis comunale”.
Toccanti le testimonianze del personale sanitario
- il medico Maria Cristina Vedovati del reparto di Medicina d’Urgenza, l’infermiera del reparto di Malattie Infettive Barbara Billai,
- la coordinatrice dei tecnici di laboratorio di Microbiologia, Francesca Lucheroni,
- l’ostetrica Pamela Rampini
- e, per l’Usl Umbria1, il medico Ugo Paliano
- e la coordinatrice infermieristica Marina Pettirossi
che attraverso parole chiave come fiducia, sguardo, condivisione e rinascita, hanno raccontato i momenti salienti del proprio percorso alle prese con il Covid-19.
La Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ha infine chiesto un minuto di silenzio per ricordare ed onorare il personale sanitario che ha perso la vita in questa battaglia contro il Covid19.
“Questa giornata – ha ricordato la Presidente – è occasione giusta e gradita per ringraziare tutti gli operatori del settore sanitario e socio sanitario, del personale socio-assistenziale e del volontariato, per lo straordinario lavoro che hanno svolto in questo lungo periodo di emergenza pandemica, ma anche per il lavoro che quotidianamente svolgono lontani dall’attenzione mediatica ma con lo stesso amore e attenzione”.
Il premio letterario sul tempo della pandemia da Covid19
La seconda parte della giornata è stata dedicata alla premiazione dei finalisti del premio letterario promosso dall’Azienda Ospedaliera di Perugia “Io c’ero… il tempo sospeso”. Premio rivolto a coloro che hanno vissuto l’esperienza del Covid19 nella struttura ospedaliera: pazienti, caregiver, familiari e personale.
Il premio era diviso in due sezioni, una per i dipendenti e una per i pazienti.
Dei 54 i racconti pervenuti da agosto ad ottobre la giuria esterna ne ha selezionati sei, tre per ciascuna sezione (dipendenti e pazienti dell’Azienda Ospedaliera), valutando non solo l’attinenza al tema, ma l’originalità e la creatività del taglio narrativo e la capacità di comunicare un’emozione.
La Commissione di esperti era composta da
- Antonella Pinna (Regione Umbria), dirigente del Servizio musei, archivi e biblioteche istruzione e formazione,
- Roberta Migliarini (Comune di Perugia), dirigente dell’Area dei servizi alla persona,
- Stefano Giovannuzzi (Università degli Studi di Perugia), professore dipartimento di Lettere-Lingue, Letterature e Civiltà antiche e moderne,
- Luca Ginetto (Rai) giornalista, caporedattore Rai Tgr Umbria,
- Antonio Onnis (SIMeN), medico referente Società italiana medicina narrativa
- e dagli editori Jean Luc Bertoni (Bertoni editori) e Fabio Versiglioni (Futura libri).
I responsabili scientifici aziendali del premio sono la
- dottoressa Antonietta Mesoraca, medico oncologo della direzione medica,
- e la dottoressa Maristella Mancino, sociologa e assistente sociale.
Il progetto è stato seguito dal servizio Formazione e qualità diretto dalla dottoressa Donatella Bologni.
I premiati della sezione dipendenti
Primo premio
“Il Lumino custode” di Luca Floridi, tecnico obitorio. Con originalità e poesia ha dato voce agli oggetti del corredo funebre: c’è il Veterano, il carrello che aveva sostenuto, negli anni, più di 300 feretri, il giglio, il Cero Elettrico e il giovane Lumino. Sullo sfondo, la pandemia, la solitudine e il silenzio.
“La fiamma elettrica del lumino sembrava un po’ affievolirsi, come se seguisse la tristezza provata dai familiari di Giulio in questi giorni”.
Secondo premio
“Ale sveglia, è ora di andare a scuola” di Ilenia Giovanna Rotella, operatore sociosanitario. Ha narrato i mesi più bui della pandemia attraverso gli occhi di un bambino che si è appena svegliato dopo aver fatto un brutto sogno. Un dialogo tenero e intenso tra madre e figlio.
“Ogni giorno tutti quelli che non potevano uscire andavano sui balconi, sulle terrazze, alle finestre, e gridavano, cantavano, applaudivano. Anche io uscivo e ti applaudivo, perché grazie a te c’era una speranza, piccola ma ci stava”.
Terzo premio
“L’unicorno sul soffitto” di Stefano Cristallini, medico anestesista rianimatore che, con una forza dirompente, ha messo nero su bianco l’angoscia e il dolore nella strenua lotta al Covid19.
“Operatori, pazienti e familiari, uniti nella stessa trincea. Per me questo è stato il Covid”.
I premiati della sezione pazienti
Primo premio
“Testa o croce” di Cinzia Corneli. Con una narrazione delicata racconta la perdita del padre, la forza con cui ha lottato e il dolore lacerante del distacco.
“È come se la tua vita fosse acqua tra le mie mani che tremano, gocce che senza sorgente a poco a poco smarrisco”.
Secondo premio
“Cento giorni da paziente Covid-19, la mia ultima vittoria” di Francesco Zonaria. Nel suo racconto c’è tutta la forza e l’amore della sua famiglia nei difficili giorni passati in ospedale.
“Ringrazierò per sempre chi non si è mai stancato di tenere accesa la fiammella della comunicazione con il mio corpo martoriato e con il mio cuore affranto”.
Terzo premio
“La barba bianca” di Michele Nucci. Toccante racconto della perdita del padre, nei mesi più bui della pandemia, quando le file delle ambulanze, lo sforzo dei sanitari e il silenzio della sala d’attesa del pronto soccorso erano lì a ricordarci la drammatica realtà.
“Non ci siamo potuti toccare, abbracciare, stringere, accarezzarci. Niente. Solo piangere da soli. Tutti a distanza. Imprigionati in noi stessi, anche nel dolore”.