Ogni anno la Giornata nazionale per la vita (1° febbraio) è un’occasione per riflettere su quanto si registra nella nostra regione a proposito della vita nascente.
Il Messaggio della Cei per la Giornata incoraggia all’accoglienza della vita, mettendo in guardia sui rischi della fecondazione extra-corporea (Fivet o Icsi omologa ed eterologa), suggerendo alcune forme di solidarietà per la vita come le adozioni prenatali a distanza di mamme e nascituri, già proposte dal Movimento per la vita (progetto Gemma).
Come sempre, i Centri di aiuto alla vita, braccio operativo del Movimento per la vita, accolgono le donne o le coppie che hanno un dubbio di coscienza prima di avvalersi della legge 194/78, ovvero prima di fare un aborto volontario.
Mentre i numeri riportati dal Cav di Terni sono costanti, con 32 donne e relativi bimbi nati nel 2014 e altri 9 in arrivo quest’anno, i dati registrati nel 2014 nelle due sedi del Cav di Perugia (S. Lucia e Castel del Piano) mostrano una prima triste realtà: solo 20 bambini sono nati l’anno scorso grazie all’intervento dei due presidii per la vita perugini (su oltre 100 donne incontrate e aiutate in vario modo), a fronte dei 33 bimbi venuti alla luce nel 2013 e dei ben 53 nati nel 2012.
Fra le possibili cause di questa diminuzione di richieste di aiuto, oltre all’aggravarsi delle condizioni di povertà, che scoraggia l’arrivo di una nuova vita, c’è molto probabilmente il sempre più diffuso utilizzo di quella che viene chiamata “contraccezione d’emergenza”. Si tratta delle molteplici forme della “pillola del giorno dopo”, che impedisce l’annidamento di un ovulo eventualmente fecondato all’interno dell’utero materno, causandone l’espulsione. Un vero e proprio aborto “precocissimo”.
Come sostiene il presidente della Federazione umbra dei Movimenti per la vita, Angelo Francesco Filardo, “l’aborto non è diminuito: ha cambiato faccia. Si consuma nel privato, non è visibile neanche agli occhi della Sanità pubblica. Siamo intrisi ormai di una mentalità contraccettiva, di chiusura alla vita (anti-life mentality) paurosamente dilagante”.
Sulla scia di queste considerazioni, anche Vincenzo Silvestrelli, presidente del Mpv Perugia, riflettendo sul binomio libertà/verità, afferma: “Senza attenzione alla verità, la libertà di agire può diventare lesiva dei diritti di altri, come è evidente nell’aborto, dove la libertà della donna non può prescindere dai diritti del nascituro, che è persona, e nella fecondazione artificiale, dove i diritti del bambino non possono essere posposti a quelli di chi vuole un figlio.
I casi dell’utero in affitto mostrano come questo conflitto non sia teorico ma reale. Il gemello Down rifiutato dalla coppia che aveva commissionato una fecondazione con utero prestato a una donna thailandese dimostrano verso quali abissi di inumanità ci stia portando il ‘politicamente corretto’ dominante”.