Giornata mondiale dell’Alzheimer celebrata al ‘Villaggio della Carità’

“E’ più che positivo il bilancio di questa Giornata mondiale dell’Alzheimer celebrata alla Caritas diocesana di Perugia insieme ad A.M.A.T.A. Umbria che compie oggi venticinque anni di attività. Nel 1997, quando l’associazione è nata, non c’era nulla in Umbria per aiutare i malati e le loro famiglie. Oggi abbiamo molti motivi di speranza, perché, in ambito regionale, c’è un’attenzione, è operativo un tavolo delle demenze dove non si parla solo della malattia e di chi la cura, ma anche delle necessità”.

A sottolinearlo è stata la geriatria Annalisa Longo, presidente di A.M.A.T.A. (Associazione Malati Alzheimer e Telefono Alzheimer) Umbria odv, a margine di una tavola rotonda tenutasi il 21 settembre, Giornata mondiale dell’Alzheimer, al Villaggio della Carità di Perugia. Sono intervenuti l’assessore comunale alle Politiche sociali, la responsabile regionale Assistenza territoriale-Settore demenze, Paola Casucci, il direttore S.C Geriatria, Università degli Studi-Azienda ospedaliera Santa Maria della Misericordia, Patrizia Mecocci, la referente regionale Tavolo demenze Istituto Superiore Sanità, Annalaura Spinelli, il direttore sanitario della Residenza protetta Fontenuovo, Simonetta Cesarini, e il responsabile sanitario Fondazione Creusa Brizi Bittoni, Giuseppe Menculini.

L’amore per gli anziani

Il direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, nel portare il saluto dell’organismo pastorale operativo della Chiesa impegnato da anni a sostenere anziani e loro familiari in difficoltà, ha parlato della sua esperienza diretta con l’Alzheimer.

“Dal 1996 al 2012 la mia famiglia -ha raccontato- è stata visitata dall’Alzheimer…, una nonna fantastica che per sedici anni è stata malata. Aver potuto avere accesso ai centri diurni è stato un grande respiro per la mia famiglia. Papà e mamma erano giovani e scelsero di accompagnare in casa la nonna nel percorso della sua malattia, ma se fossero stati anziani avrebbero avuto necessariamente bisogno di un aiuto esterno, come accade per tante famiglie. L’esempio che ho vissuto in casa, quello dell’amore alla nonna, è stato uno degli esempi più grandi di vita che cerco di portare anche in Caritas. Nel 2021 sono stati fatti sessanta mila interventi di carità e dieci mila persone sono state ascoltate tra cui diverse con problemi di solitudine nel cammino di vicinanza alle demenze”.

Povertà non solo materiale

“È per me una gioia immensa -ha proseguito il sacerdote- che la Caritas possa essere cassa di risonanza di quanto è emerso in questo incontro. Affrontare anche questa patologia, che crea una condizione di povertà non solo materiale, rientra nella missione della Caritas: dare voce a tutte le forme di povertà! Negli ultimi due anni segnati dalla pandemia, abbiamo portato avanti i progetti Argento vivo e Fili d’argento per aiutare gli anziani scivolati nell’isolamento sociale. Speriamo di aver contribuito, anche se in maniera minima, alla prevenzione, perché, aver visto arrivare al Villaggio anziani stanchi, soli…, e ripartire in gruppo con il sorriso, con il desiderio di relazionarsi anche con momenti conviviali e visite a musei…, è molto importante”.

Prevenire, meglio che curare

Sulla necessità della prevenzione si sono soffermati tutti gli intervenuti. La presidente di A.M.A.T.A., richiamandosi alle parole dell’assessore comunale alle Politiche sociali, ha apprezzato la nuova progettualità del Comune di Perugia. 

“Un azione che, non solo ha risposto alle nostre richieste di fare del capoluogo umbro una città amica delle persone con demenza, ma in una esperienza di co-housing ci sarà uno spazio dover portare le nostre attività di stimolazione cognitiva importantissima nelle persone anziane con o senza lievi problemi di memoria, per prevenire l’insorgenza della malattia o posticiparla il più possibile.

La stimolazione cognitiva che si fa nei centri diurni -ha concluso la geriatria- è necessaria soprattutto nei malati già con demenza conclamata, perché impedisce il peggioramento rapido della malattia, aiutando a mantenere le funzioni residue. Gli stessi centri diurni hanno anche il grande beneficio per i familiari nel consentire loro di avere delle ore per altre attività mentre il malato è impegnato nella struttura”.

Le iniziative messe in campo

Intanto, sempre presso il Villaggio della Carità, da metà ottobre a metà di novembre, il mercoledì pomeriggio, si terranno degli incontri per familiari e volontari promossi da A.M.A.T.A. in collaborazione con la Caritas (per maggiori info: www.amataumbria.it).

La stessa Caritas ha avviato progetti riguardanti, in particolare, i laboratori di musicoterapia, di tecnologie digitali per come utilizzare al meglio cellulari e pc, di cucina, di orticoltura e di cucito creativo. Inoltre, attraverso la mensa Don Gualtiero, attiva dallo scorso maggio, gli anziani possono consumare il pasto non più in solitudine, ma in un ambiente dove si tessano nuove relazioni.