“Sangue sicuro per tutti” è lo slogan scelto per la 15a Giornata mondiale del Donatore di sangue (World blood donor day), promossa dall’Organizzazione mondiale della Sanità e che si celebra il 14 giugno. Obiettivo di questa edizione è sensibilizzare non solo i cittadini, ma anche i governi e i servizi sanitari “affinché adottino politiche di promozione e difesa del dono volontario, non retribuito, periodico, associato, responsabile e anonimo”.
Valori imprescindibili, spiega l’Avis nazionale annunciando la Giornata sul suo sito, “per garantire sangue ed emoderivati con elevati standard di qualità e sicurezza”.
L’Italia e la Giornata mondiale del 2020
Ogni anno i vari Paesi presentano la propria candidatura per ospitare l’evento mondiale. Quest’anno sarà Kigali, capitale del Ruanda mentre l’Italia si sta preparando ad ospitare l’evento globale dell’edizione 2020.
“Poter ospitare la Giornata mondiale affermano i presidenti nazionali di Avis, Fidas, Fratres e il referente nazionale sangue della Cri – rappresenta un legittimo ringraziamento ai 1,7 milioni di donatori volontari, che attraverso la cultura della solidarietà e la donazione volontaria, associata e non remunerata garantiscono ogni giorno in Italia l’assistenza ai pazienti”.
Il sistema sangue italiano a differenza di altri paesi si basa totalmente sulla donazione volontaria e non remunerata, e ha una fondamentale componente nelle associazioni dei donatori (Avis, Fidas, Fratres) che si fanno carico di promuovere la cultura del dono. Le associazioni sono il perno del sistema di raccolta del sangue con un impegno che va dalla gestione dei donatori fino, in alcune realtà, alla gestione dei centri di raccolta sangue.
La situazione donazioni sangue in Umbria
In Umbria l’associazione più radicata sul territorio è l’Avis, 62 sedi comunali, più le sedi provinciali e regionale, 32.500 donatori effettivi (che hanno fatto almeno una donazione negli ultimi due anni), e 40mila donazioni nell’ultimo anno.
Il punto sulla situazione lo facciamo con il presidente dell’Avis regionale Andrea Marchini, che venerdì presenta alla stampa l’evento regionale del 15-17 giugno a Passignano sul Trasimeno con appuntamenti pensati non solo per promuovere la donazione di sangue ma anche stili di vita (importanti per poter donare il sangue) e di solidarietà.
L’obiettivo dell’Avis regionale, spiega Marchini, è quello di aumentare le donazioni e in particolare la plasmaferesi. La richiesta dell’Avis alla Regione è di avere più punti di raccolta sul territorio perché costringere i donatori a spostarsi lontano disincentiva la donazione. Per esempio, spiega Marchini, si potrebbe dislocare a Orvieto e a Narni due delle tre macchine che sono a Terni praticamente inutilizzate con appena un centinaio di plasmaferesi.
E sul fronte della raccolta di sangue intero la situazione è buona perché c’è un costante flusso di donatori, ma le riserve sono al limite e basta poco (come per esempio le partenze per le ferie) per mandare in crisi il sistema.
Ma basterebbe poco, aggiunge, anche per metterlo in sicurezza perché due donazioni l’anno da ciascun donatore (la media è di 1,2 donazioni) garantirebbero la sufficienza. Altro passo che per migliorare il servizio è la possibilità di prenotare l’appuntamento per la donazione attraverso il servizio sanitario regionale, mentre ad oggi è tutto gestito dai volontari, con inevitabili difficoltà.
L’ obiettivo, sempre presente alle sezioni Avis, è anche quello di avere più soci giovani che possano aggiungersi ai soci che per età o per malattia non possono più donare sangue ma possono, e sono in molti a farlo, donare il proprio tempo per far sì che non manchi mai chi compie questo importante, prezioso e vitale gesto gratuito.
Maria Rita Valli