Giornata dell’insegnante: il convegno Aimc a Terni

Giornata dell’insegnante: a Terni il convegno dell’Aimc sul tema “Salviamo la scuola per il futuro del Paese: un impegno per tutti”
Il tavolo dei relatori con al centro mons. Vecchi
Il tavolo dei relatori con al centro mons. Vecchi

La celebrazione della Giornata mondiale dell’insegnante intende focalizzare l’attenzione sulle “ragioni” dell’educare ed è l’occasione per promuovere anche la lettura trasversale degli Orientamenti pastorali dell’episcopato italiano per il decennio 2010-2020 Educare alla vita buona del Vangelo, attraverso il fascicolo “Valori condivisi” curato dall’Associazione maestri cattolici (Aimc) che si propone di dare avvio a un nuovo patto tra enti e istituzioni che hanno nell’educativo la ragione della loro esistenza. A Terni si è tenuto il convegno “Salviamo la scuola per il futuro del Paese: un impegno per tutti”, aperto dal vescovo amministratore apostolico della diocesi mons. Ernesto Vecchi che ha posto l’accento sulla necessità di un vero ripensamento della missione educativa. “Le conseguenze negative – ha detto – delle scelte culturali in atto, fondate su una razionalità relativista, sono sotto gli occhi di tutti: l’incapacità di gestire la propria libertà, la mancanza di un’etica della responsabilità, la perdita del concetto di diritto naturale, l’incapacità di mettere a fuoco un concetto oggettivo di laicità e, di conseguenza, la crescente difficoltà nel costruire un’autentica democrazia. Oggi ai giovani si continua a trasmettere, spesso anche negli ambienti scolastici, un messaggio nebuloso e fuorviante, frutto di una società ‘liquida’, segnata dal rischio e dall’incertezza: tutto è vano, non serve prepararsi al lavoro e darsi delle mete, in un mondo in cui la verità non esiste. Ciascuno si fa la sua, perciò diventa una questione di potere: chi più ne ha, vince. L’opera educativa – ha aggiunto il Vescovo – è svolta da tutti gli stimoli significativi che raggiungono l’individuo, e si concretizza nella trasmissione di una cultura, in un contesto di sviluppo delle attitudini della persona e del suo senso critico, nell’ottica di un autentico sviluppo nella continuità. In particolare, oggi, la scuola deve ritrovare la sua vocazione originaria. Essa non può essere la palestra delle ideologie alla moda, ma il luogo della corresponsabilità che, agganciandosi al Dna della propria identità nazionale, sa guardare al futuro con un’ottica globale, capace di recepire ciò che di vero, bello e buono emerge nella società”. Al convegno ha preso parte Cinzia Mion che ha evidenziato la responsabilità degli educatori nel “costruire un capitale sociale”. Pertanto è necessario “rendersi consapevoli di alcune derive sociali come l’indifferenza diffusa, il ‘tornacontismo’ generale, il narcisismo, il deficit di etica pubblica, che riguardano tutti e dalle quali si corre il rischio di essere travolti. Al superamento di queste muovono i Nuovi ordinamenti della scuola che riguardano tutto il ciclo scolastico quando parlano di educare alla cura di sé, degli altri, dell’ambiente, e quando si riferiscono all’educare alla cittadinanza”. È stato quindi il presidente nazionale dell’Aimc Giuseppe Desideri a delineare la necessità di cambiamento nella scuola, ponendo l’accento sull’opportunità di rivalutare l’aspetto educativo superando la tendenza a un eccessivo “tecnicismo” e pertanto sulla necessità di un continuo aggiornamento degli insegnanti come “adulti” che non solo hanno una competenza disciplinare, ma che siano modelli credibili e professionisti appassionati. L’educazione infatti è “una questione di cuore” come ha ben illustrato il salesiano Paolo Zini. Un suo suggerimento parte dalla “geografia del cuore” e cioè dal considerare la sua profondità: “Il cuore vuoto è il più insopportabile dei pesi”; la sua latitudine: “L’educazione viene da un cuore dilatato, dalla pulizia del cuore, e il cuore non si pulisce senza fatica”; e la sua altezza, cioè la verticalità dell’amore, il Cielo, poiché “il punto di osservazione della vita è quello della sua fine”.

AUTORE: V. S.