Nel 2016 gli umbri hanno speso per lotterie, slot machine ed altri giochi legali più di un miliardo di euro. Esattamente 1.099 milioni di euro, senza considerare i soldi dei giochi on line (basta un telefoniono od un tablet) e quelli, tanti, inghiottiti dal gioco d’azzardo illegale gestito dalla criminalità organizzata. Dunque solo per il gioco consentito dallo Stato in Umbria la spesa pro-capite nel 2016 è stata di 1.220 euro. Pari ad uno stipendio medio di un mese. “Quello del gioco d’azzardo patologico non è un problema da banalizzare” ha detto l’assessore regionale alla salute Luca Barberini, presentando alla stampa il Rapporto epidemiologico 2018 dell’Osservatorio regionale dipendenze dedicato a questo problema. Un miliardo di euro sono tanti se si considera che la Regione ha detto l’assessore – ha ricevuto nell’ultimo anno dallo Stato per ospedali e sanità pubblica appena un miliardo e 600 milioni di euro. “Un problema che anche in Umbria – ha proseguito l’assessore – assume dimensioni preoccupanti e tocca cittadini di varie fasce sociali e con ricadute drammatiche anche in termini di spesa sanitaria”. Il gioco d’azzardo, soprattutto quello delle “macchinette mangiasoldi”, è diffuso ormai in tutte le fasce di età, dai nipoti ai nonni, tra benestanti e poveri, uomini e donne. Crea dipendenza, diventando quindi una malattia. Quasi come l’alcol e nella classifica delle sostanze che provocano dipendenza precede addirittura tabacco, cannabis ed altre droghe. Secondo il rapporto sono 10.000 gli umbri “con un profilo di gioco problematico”, che dovrebbero essere seguiti e curati da esperti e medici. Tra questi ci sono anche 1.050 studenti tra i 15 ed i 19 anni “con un profilo di gioco problematico” e circa 1.500 “ad elevato rischio di gioco d’azzardo problematico”. In questa fascia di età quasi uno studente su due (41,4 per cento) ha ammesso di avere giocato soldi negli ultimi 12 mesi. Magari con la “paghetta” dei genitori o con il tagliando “Gratta e vinci” regalato dai nonni!. Si perchè ormai si può giocare e scommettere dovunque.
Gli esercizi autorizzati nel maggio 2017 erano 1.286, di cui 1.000 in provincia di Perugia. Non solo agenzie scommesse, sale bingo ma anche bar (882), tabacchi (186) ed addirittura 3 alberghi ed 11 ristoranti. La Regione è intervenuta per affrontare il problema con una legge regionale ed un piano organico per la prevenzione, cura e riabilitazione del disturbo da gioco d’azzardo approvato dall’Osservatorio nazionale e dal ministero della Salute. Piano del quale La Voce parlerà più ampiamente nel prossimo numero (disponibile da mercoledì gratuitamente in edizione digitale a questo link).