“Dio non lascia solo nessuno, non lo lascia cadere. È con il Suo popolo, sempre disposto a perdonare. L’eucaristia è il sacramento dell’immensa misericordia di Dio che non finisce mai, ma ci accompagna nel cammino della vita. Mangiando la carne di Cristo e bevendo il suo sangue, diveniamo a poco a poco trasformati”.
Queste le parole del card. Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, a Orvieto domenica 7 giugno per presiedere la celebrazione eucaristica e la solenne processione del Corpus Domini accanto al nostro vescovo mons. Benedetto Tuzia.
“L’Eucaristia – ha detto il Cardinale in duomo – è il sacramento della conoscenza di un Amore che chiede di essere ricambiato con l’amore, con gratitudine e riconoscenza.
Dio condivide con noi, e noi siamo chiamati a condividere nella comunità della famiglia. Oggi porteremo il Sacramento in processione in questa antica e bellissima città, come segno che Gesù vuole essere presente nelle nostre case e nelle nostre famiglie: nessuno è escluso dal suo amore.
Non possiamo condividere il pane eucaristico senza condividere anche il pane quotidiano, con i nostri gesti. Per il bene degli altri. Con noi celebra tutto il mondo, l’intera Chiesa”.
In marcia, sotto il sole di giugno per rendere onore al Corporale, sono tornate a sfilare anche le principali autorità civili e militari, le tante rappresentanze dell’associazionismo e del volontariato cittadino e poi la confraternita del Ss. Sacramento, i custodi della santa Pietra di Bolsena, la confraternita di S. Ansano, la fraternità di S. Pancrazio, la delegazione della staffetta Praga-Bolsena-Orvieto. E ancora: i Cavalieri di S. Ermete, la confraternita di S. Rocco, le confraternite della Misericordia della diocesi, laici, gruppi di preghiera, suore, presbiterio diocesano ed estero.
Il corteo storico, creato da Lea Pacini, che dal 1951 impreziosisce la giornata del Corpus Domini, ha visto quest’anno alcune piccole ma importanti novità nell’articolazione della parata tri-partita tra Corteo del podestà, Corteo del capitano del popolo e Corteo della città.
A determinare l’ordine di uscita delle rappresentanze dei quartieri è stato quello di arrivo della staffetta (corsa nell’anno del 50°, eccezionalmente, nel pomeriggio della vigilia) ovvero: Olmo, Corsica, Serancia e Santa Maria della Stella. Per il secondo anno, in piazza della Repubblica è stato proposto l’omaggio del capitano del popolo al podestà, con le bandiere delle terre “assoggettate” schierate sul balcone del municipio, con un suggestivo colpo d’occhio.
Non ha tradito l’attesa nemmeno la sfilata della sesta quadriglia dalle Picche ferrate (con costumi che non uscivano dagli anni ’80, opportunamente rimessi in sesto con nuove borchie) e l’ottavo cavaliere Monaldeschi della Vipera, con un mantello mai uscito. E poi l’ app realizzata per l’occasione da Vetrya con l’innovativa funzione radar in grado di riconoscere in tempo reale la posizione e la storia dei principali personaggi attraverso la “tecnologia di prossimità”.
Messa del 4 giugno
Il 4 giugno in cattedrale a Orvieto si è svolta la celebrazione del Corpus Domini nella versione più “familiare”, nel senso che vi hanno partecipato solamente i fedeli della Chiesa locale. La messa presieduta dal vescovo Tuzia è stata molto coinvolgente e partecipata. Il rito si è stato solenne e nello stesso tempo semplice, con servizio svolto da giovani ministranti ben preparati.
Al temine dell’omelia il Vescovo ha istituito nel ministero dell’accolitato il seminarista Eugenio Campini, ulteriore tappa che lo conduce verso il sacerdozio. Numerosi erano i bambini della prima comunione e i ragazzi e della cresima, con la presenza gioiosa dei fanciulli che frequentano la scuola materna “Maria Bambina”.
La processione è uscita dal duomo accompagnata dalle note della banda musicale cittadina e ha percorso alcune vie adiacenti la cattedrale, facendo sosta nella chiesa del monastero delle Clarisse di san Bernardino. Alcuni ragazzi, portando bandierine di diverso colore, hanno aiutato la processione a non spezzettarsi.