Fraterna condivisione

Lettera di mons. Ceccobelli a Benedetto XVI sul caso dei vescovi lefebvriani

La lettera con la quale, nello scorso 10 marzo, Papa Benedetto XVI ha scritto a tutti i Vescovi per fare chiarezza sulla vicenda legata alla remissione della scomunica ai quattro vescovi consacrati da mons. Lefebvre, è stata accolta con ‘commozione’ da mons. Mario Ceccobelli. Stato d’animo espresso nella risposta inoltrata al Santo Padre. Un testo molto nobile, che abbiamo ritenuto utile portare a conoscenza dei nostri lettori. ‘Beatissimo Padre, la lettera che il 10 marzo scorso ha inviato a tutti i Vescovi della Chiesa cattolica mi ha profondamente commosso e, vincendo un certo imbarazzo per quello che mi sembrava un eccesso di confidenza, Le voglio far sentire la mia fraterna condivisione. La ringrazio per aver reso pubbliche e chiare le intenzioni che hanno mosso Vostra Santità a rimettere la scomunica ai quattro vescovi consacrati da mons. Lefebvre: è questo un gesto molto bello e coerente con l’insegnamento di Gesù. Le coincidenze che hanno visto il suo atto collegato ad altri eventi, forse anche provocati ad arte, ha fatto soffrire non solo il cuore del Santo Padre, ma anche di tutti coloro che condividono lo stesso ministero e che sono uniti a Lui dalla carità di Cristo. Santità, Le assicuro la mia quotidiana preghiera e quella di questa Chiesa eugubina, che ha un suo prestigioso rappresentante in piazza San Pietro. È il nostro patrono sant’Ubaldo, la cui statua è collocata sul colonnato proprio di fronte alla finestra dalla quale ogni domenica Lei benedice il popolo romano e i pellegrini provenienti da tutto il mondo. A Ubaldo si rivolge con il cuore aperto ogni cittadino di Gubbio, che il 15 e 16 maggio di ogni anno gli dedica un omaggio speciale salendo di corsa sul monte Ingino, che sovrasta la città, per deporre davanti alle sue spoglie incorrotte i Ceri, segni di una devozione che dura da oltre otto secoli. Beatissimo Padre, depongo sulle mani di Ubaldo e su quelle di san Francesco di Assisi, che a Gubbio, sua seconda patria, ha completato la sua conversione, la preghiera di questa Chiesa per Lei, successore di Pietro, perché, per la loro mediazione, il Signore Le doni la salute fisica e la sapienza del cuore per guidare sempre con fortezza e amore la barca di Pietro, e Le dia anche la consolazione di vedere la Chiesa camminare unita nella carità di Cristo’. La lettera si chiude con con l’invocazione della benedizione ‘per tutto il popolo di questa Chiesa che mi è stata affidata’. Anche l’emerito mons. Pietro Bottaccioli si è associato ‘ai sentimenti del mio Confratello, con il quale convivo in fraternità’.