L’arcivescovo mons. Giovanni Marra, amministratore apostolico, ha presieduto nel duomo di Orvieto, in occasione della solennità di san Giuseppe, patrono principale della diocesi, una concelebrazione eucaristica partecipata da presbiteri, religiosi, diaconi e seminaristi. Diamo una breve sintesi dell’omelia svolta dall’arcivescovo Marra, che esternando i propri sentimenti ha detto: “Devo subito confidarvi che dentro di me sento una profonda emozione per essere qui, in questa stupenda cattedrale, per la prima volta, per celebrare una solennità come questa, anche perché non sono qui per turismo; sono qui per adempiere una missione che il Santo Padre mi ha affidato, nonostante i miei anni: è certamente un privilegio che ho accolto anche con grande gioia. La odierna festa di san Giuseppe ci rimanda al ruolo svolto da questo giusto e richiama a ciascuno di noi tutta la storia della salvezza. L’incarnazione – ha sottolineato il presule – avviene in relazione a queste due semplici e umili figure: Maria e Giuseppe. Questo annuncio di salvezza parte, dunque, da due annunciazioni. La prima inizia con il saluto dell’Angelo a Maria e alla fine dal suo sì: ‘Avvenga di me secondo la tua parola’.Poi c’è la figura di Giuseppe, che aveva scelto Maria come sua sposa, ma che si era trovata incinta… e Giuseppe che aveva deciso di lasciarla in segreto. Ed ecco la seconda annunciazione. Un angelo viene in sogno a Giuseppe e gli dice: ‘Giuseppe, non temere di prendere con te Maria, perché quello che è generato in lei è opera dello Spirito santo e quando nascerà il bambino gli darai il nome di Gesù’… e il Vangelo conclude: ‘Giuseppe, svegliatosi, fece come l’Angelo gli aveva detto’. Ecco il sì di Giuseppe. I due sì si sono incontrati in questo mistero grande della incarnazione di Dio”. Il presule ha poi detto che il ruolo di Giuseppe era quello di formare una famiglia: sposo di Maria e padre putativo di Gesù. Egli, infatti, doveva custodire, proteggere e difendere la Sacra Famiglia. Per questo ruolo anche la Chiesa universale ha proclamato Giuseppe suo protettore. “Qui, ad Orvieto – ha richiamato mons. Marra – san Giuseppe è patrono della diocesi e della città. Anch’io per l’opera modesta e breve che mi accingo a svolgere chiedo che mi protegga con tutti voi e tutta la Chiesa.Giuseppe – ha detto mons. Marra avviandosi alla conclusione – ai nostri occhi, alla nostra mente e al nostro cuore richiama i valori fondamentali della famiglia e del lavoro… Quando la famiglia è salda, vive nell’armonia, provvede alla crescita dei figli e alla loro educazione nella pace. Affidiamoci a san Giuseppe perché custodisca le nostre famiglie. Il lavoro – ha sottolineato – dev’essere accessibile ad ogni uomo, e la Chiesa non può che essere costantemente impegnata sulla questione sociale… Ho voluto dire queste cose, così come le sento e perché sono vicino con rispetto a quanti soffrono questo momento difficile. Cari fratelli e care sorelle, vi chiedo di pregare insieme a me san Giuseppe perché anche qualche problema che abbiamo da risolvere si risolva nella concordia e nella pace. Amen”. Un pienone di fedeli in cattedrale, che hanno ascoltato attentamente la chiara ed efficace omelia di mons. Marra, il cui testo integrale è possibile consultare sul sito della diocesi www. diocesiorvietotodi.it. Quasi tutti si sono avvicinati alla mensa eucaristica. Numerose le autorità civili e militari intervenute. La liturgia è stata animata dalla corale della cattedrale “Vox et Jubilum” diretta dal m° Stefano Benini.
“Fratelli, pregate insieme a me”
Diocesi. Per la festa del patrono san Giuseppe, l’omelia dell’arcivescovo mons. Marra
AUTORE:
Antonio Colasanto