“La strada della serenità è sempre la stessa: andare avanti con ottimismo, sperando”. Per padre Mariangelo da Cerqueto, al secolo Mario Budelli, la vita si poteva tradurre in parole semplici e pulite. Come la testimonianza che di lui offre Giuseppe Zois nell’ultimo libro Frate Indovino. Il Cantico del Tempo, per i tipi de La Fontana di Siloe. A quasi 70 anni dalla pubblicazione del primo numero del calendario abbiamo chiesto a padre Mario Collarini, alla guida di un’impresa editoriale che distribuisce circa 5 milioni di copie dell’almanacco e raggiunge oltre 10 mila famiglie di italiani all’estero, quale sia il segreto di Frate Indovino.
Un’idea antica e ancora così attuale dopo oltre mezzo secolo!
“Frate Indovino nasce sul finire della Seconda guerra mondiale, in un momento di desolazione e di macerie materiali e morali. C’era da ricostruire un Paese dilaniato da ferite quasi impossibili da rimarginare, che aveva perso tutti i punti di riferimento… Quel calendario appeso al muro ha affiancato la gente nella vita e nel lavoro, ha catalizzato l’attenzione, ha ispirato fiducia, coraggio, positività, ottimismo…”.
Cose di cui anche oggi si ha tanto bisogno…
“I Cappuccini vengono dal popolo, ne parlano il linguaggio, ne condividono i problemi; è un feeling che si è innescato dall’inizio della loro storia, e dopo 500 anni è ancora profondamente sentito. In fondo sono stati, e sono rimasti, i ‘frati del popolo’. A mantenere l’attualità del calendario dopo 70 anni di vita, credo che abbiano contribuito anche la solidarietà, l’ottimismo, la speranza, cioè l’eredità spirituale di Francesco di Assisi, di cui i Cappuccini sono figli e seguaci”.
A chi si rivolge oggi il calendario?
“Oltre a una puntualità ormai proverbiale nel riportare il susseguirsi dei giorni, delle festività e ricorrenze civili e religiose, le fasi lunari e le previsioni meteorologiche, il nostro calendario contiene una serie di rubriche sui coltivatori, la salute, le donne, l’astronomia, il Grillo sparlante, Lo sapevate, Vedo prevedo travedo… che si aprono a un’ampia varietà di lettori i quali sanno apprezzare sia il tema di fondo del calendario, sia le mille e mille notizie sparse nelle sue venti pagine patinate. Una verifica predisposta proprio in questi giorni ci sta dando conferme molto soddisfacenti”.
Cosa dobbiamo aspettarci dal 2014?
“Per quanto riguarda la meteorologia, molte cose sono cambiate in questi ultimi decenni, e purtroppo ci si trova in sempre maggiori difficoltà. Tuttavia, sintetizzando, una certa deriva imboccata dai fenomeni atmosferici in questi ultimi anni non si arresterà finché l’uomo non si deciderà ad alleggerire l’atmosfera, in modo significativo, di inquinamento di gas nocivi e quant’altro”.
“Nella Chiesa del tempo ultimo, si imporrà il modo di vivere di san Francesco”. Era questa la citazione “predittiva” scelta dal calendario per il mese di marzo 2013. Ne è rimasto colpito Papa Francesco durante il vostro incontro?
“Quando gli abbiamo mostrato la pagina con il testo in questione, il Papa ci ha guardato e ha sorriso, ma non ha fatto commenti. Quando però gli abbiamo detto che sarebbe stato bello potersi incontrare ad Assisi, ha risposto: ‘Sì, sarebbe proprio bello’. E, tutto sommato, non si è fatto attendere molto”.
Accanto al ramo editoriale, dedicate grandi energie al campo dell’erboristeria.
“L’erboristeria è per noi frati un’antica conoscenza. Quando la medicina non aveva raggiunto le attuali conoscenze e l’odierna organizzazione, la povera gente delle campagne e dei piccoli villaggi trovava nei frati il consigliere, il confidente, e anche il medico, ricorrendo a loro con una fiducia sconfinata. Frate Indovino, negli anni ’70, ha conosciuto un periodo molto felice nel settore dell’erboristeria, interrottosi per motivi contingenti. Ora ha ripreso l’iniziativa con altrettanto successo, e per noi è motivo di grande gioia”.
A quali progetti vengono destinati i guadagni del calendario?
“Il primo obiettivo che assorbe i guadagni del calendario, è il calendario stesso, il mantenimento dell’opera. Per noi Frate Indovino è prima di tutto e soprattutto un’occasione di incontro con la gente. Perciò distribuiamo (non vendiamo!) tante copie del calendario. Poi numerose opere. La prima è la missione nell’Amazzonia brasiliana che i Cappuccini umbri mantengono da oltre 100 anni, una delle più difficili della Terra, dove si sono realizzate cose veramente grandi, molte delle quali con il contributo dei lettori di Frate Indovino, che voglio ringraziare con tutto il cuore. Manteniamo una casa per anziani a Vasto Marina, l’oasi Sacro Cuore. Abbiamo aperto una casa a Perugia, proprio nell’antica sede di Frate Indovino, per accogliere parenti poveri di malati lungodegenti negli ospedali perugini. Oltre a queste opere più importanti, rispondiamo a tante necessità, diciamo più feriali, che quotidianamente ci si prospettano”.