Il 31 ottobre 1517, alla porta della chiesa del castello di Wittemberg, Lutero affisse le sue 95 tesi, redatte in lingua latina. Il Papa era il bersaglio principale delle tesi, ma d’altra parte è innegabile che la Chiesa avesse urgente bisogno di riforma. Questo 31 ottobre, Papa Francesco atterra in Svezia; Paese, come gli altri della Scandinavia, storicamente luterano. Già 27 anni fa vi era stato in visita pastorale Giovanni Paolo II, e la memoria di quel passaggio è ancora viva. L’imminente visita di Francesco suscita domande e riflessioni. Qual è il movente principale della visita all’inizio del 500° anniversario dalla Riforma luterana? E i cattolici cosa si attendono da questa visita? Il movente della visita di Francesco si trova nel dialogo tra la Confederazione luterana mondiale e la Chiesa cattolica che si è tenuto negli ultimi 50 anni. È questo dialogo che ci ha condotti al punto in cui ci troviamo oggi.
Un momento significativo del processo è rappresentato dal documento Dal conflitto alla comunione, redatto nel 2013. Esso esprime, da parte dei luterani e dei cattolici, il dolore e il rimorso per le sofferenze che le due parti si sono causate a vicenda. Ma esprime anche la gratitudine per le intuizioni teologiche che sono emerse da entrambe le parti. Il documento sottolinea inoltre l’impegno ad assumere la comune responsabilità nel trasmettere e testimoniare la fede cristiana, specialmente collaborando per la giustizia e per la pace. È in questo spirito che i rappresentanti della Chiesa cattolica e della Federazione luterana mondiale si incontrano a Lund per fare congiuntamente memoria della Riforma.
Nell’ambito del convegno si terrà una celebrazione ecumenica, con rituale preparato appositamente per questa occasione. La memoria dei 500 anni dalla Riforma sarà un ulteriore passo in avanti nel processo di dialogo tra cattolici e luterani. L’invito alla commemorazione del 31 ottobre viene rivolto congiuntamente dalla Federazione luterana (Lwf) e dalla Chiesa cattolica. Il Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, insieme con la Lwf, hanno convenuto di far memoria della Riforma luterana.
C’è chi si domanda con quale finalità specifica viene il Papa in occasione di questa memoria. Naturalmente, il Papa è sempre il Pastore di tutta la Chiesa, segno e strumento visibile della sua unità, e quindi suo compito principale è quello di “confermare e sostenere i suoi fratelli nella fede”. Ma è anche evidente l’intento ecumenico della visita: cogliere questa occasione per mostrare stima, affetto, riconciliazione. Allo stesso tempo, dato che è soprattutto con la celebrazione eucaristica che la Chiesa si esprime e attinge forza per compiere la sua missione, il Papa celebrerà la messa con i cattolici.
Avverrà al mattino del giorno di Tutti i santi, allo stadio di Malmö, che ha una capienza di 18.000 persone. Accoglierà cattolici non solo nativi del luogo, ma anche provenienti da più di 100 diversi Paesi, che vivono in Svezia o in altro Paese scandinavo. Due persone, due figure cosí care e familiari alla nostra fede cattolica, la Vergine Maria e l’apostolo Pietro, roccia della Chiesa, sono state in ombra in queste terre.
Ma i tempi e il clima spirituale sono cambiati. E siamo diventati tutti, cattolici e luterani, più “poveri”. Il gelido vento della secolarizzazione e della grave mancanza di fede ha spazzato via molto dei nostri tesori cristiani. Ma ci resta l’invocazione comune, la preghiera. La venuta del Papa sarà una festa, e soprattutto una grazia. Per cattolici e luterani. La Vergine Maria si rallegrerà e “Pietro” sarà qui, nella persona del suo successore, con la sollecitudine per tutte le Chiese.
Benvenuto, Francesco, con la benedizione per tutti i credenti nel Signore Gesù!
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Don Alveiro Buco è sacerdote “fidei donum” della diocesi di Perugia. È stato parroco in missione per 25 anni in Svezia. Dal 2011, dietro suggerimento dei responsabili del Cammino neocatecumenale in Scandinavia, è stato richiesto dal vescovo di Danimarca mons. Kozon come rettore del seminario diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Copenhagen, dove si formano attualmente 14 seminaristi; 14 sono anche i presbiteri finora ordinati, provenienti da questo seminario.