C’è un continuo sforzo da parte della Chiesa nell’aprirsi ai giovani, ai ragazzi, ai bambini fin dalla più tenera età, per favorirne la crescita cristiana nella fede e nel solco dei valori più importanti e cari della nostra civiltà. La Chiesa, è chiaro, vuol trasmettere la fede. Chi potrebbe pretendere il contrario? Lo fa da duemila anni. D’altra parte lo fanno anche altre religioni: da secoli i musulmani impiegano molte risorse nella diffusione della loro fede in Estremo Oriente e in Occidente, particolarmente nella vecchia Europa che pensano di ringiovanire con le loro fresche energie giovanili molto prolifiche, e hanno successo. Lo fanno altri gruppi religiosi, neo-induisti e buddisti. Lo fanno gruppi di orientamento cristiano o di stampo psicologico. Religioni o pseudo-tali nate dietro una libera iniziativa di qualche personaggio che ha carisma da leader e riesce ad attrarre seguaci. Potremmo fare molti esempi di gruppi, sette, comunità, circoli culturali. Vi sono poi le ‘Chiese laiche’ che diffondono culture che io giudico negative, per il culto della libertà individuale ad ogni costo, senza nessuna regola né autonoma né eteronoma. Sono le culture radicali che ritengono che ogni regola sia tabù, e in questo periodo oltre alla liberalizzazione delle droghe ritengono di diffondere la cultura della qualità della vita senza rispetto per la vita, facilitando il morire a chi non ha più soddisfazione nel vivere. Una specie di accanimento eutanasico preso come una missione da compiere a beneficio dell’umanità. Ebbene, la Chiesa cattolica, nel diffondere la propria fede, pensa di fare anche promozione umana e sociale. Insegna a rispettare la vita e la dignità di ogni persona anche povera e malata, handicappata ed emarginata, a onorare i genitori, a cercare il bene di tutti, ad amare e mettersi al servizio degli altri, ad apprezzare le virtù cardinali della prudenza, fortezza, giustizia e temperanza, oltre alle virtù teologali della fede, speranza e carità, a fare opere di giustizia e di carità materiale e spirtuale. Su questa base, coloro che hanno a cuore le sorti dell’umanità dovrebbero concordemente favorire la diffusione di questi valori e rilanciare in tutti gli ambienti il messaggio. Chi scrive è convinto che il Vangelo salverà il mondo. Qualcuno ha detto che sarà la bellezza a salvare il mondo (Dostoevskij). Possiamo essere d’accordo: la bellezza del Vangelo. In questi giorni abbiamo la possibilità di riflettere su questo leggendo il messaggio che Benedetto XVI ha inviato per la Giornata mondiale della gioventù che si terrà la Domenica delle Palme in tutte le diocesi. Il Papa invita ad assumere come impegno ‘primario di tutti’ la nuova evangelizzazione, rivolta e affidata alle nuove generazioni perché riscoprano ‘il volto autentico di Dio’. Sull’esempio di san Paolo, il Papa esorta i giovani a fare spazio alla preghiera, partecipando anche a ‘gruppi e movimenti’, a prendere parte alla liturgia nelle parrocchie, a nutrirsi della Parola di Dio e dell’eucaristia. ‘Se vi nutrite di Cristo, cari giovani, non potrete non farlo conoscere ed amare da tanti altri vostri amici e coetanei. La Chiesa conta su di voi per questa impegnativa missione: non vi scoraggino le difficoltà. Testimoniate il Risorto e fatelo conoscere a quanti, vostri coetanei e adulti, sono in cerca della ‘grande speranza’ che dia senso alla loro esistenza…’. Questi sono messaggi di vita.
Forze giovani per evangelizzare
AUTORE:
Elio Bromuri