È da tempo che ho in testa questo pensiero: rendere omaggio alle donne del Centro sportivo italiano, a quelle tante mamme, mogli e fidanzate che stanno accanto ai dirigenti, arbitri, allenatori, accompagnatori ed educatori dell’associazione. L’opportunità me la dà anche l’8 marzo che tradizionalmente mette la figura femminile al centro. Ci sarebbe da dire e da ridire su questa festa, ma questa è un’altra storia. Nelle sedi dei vari Comitati provinciali e anche nel nostro c’è sempre un viavai di persone, ma è la sera che tale viavai diventa frenetico: sono dirigenti di società sportive, arbitri, componenti le commissioni delle varie discipline sportive, dirigenti di comitato e altri ancora. Nel nostro caso poi tale lavorio si incrocia con il Comitato regionale che ha la sede nello stesso stabile, in quel di San Faustino accanto alla chiesa. È tutta gente che lavora e al termine passa in sede o prima di cena o dopo cena o tutta una tirata. Ogni tanto squilla un telefonino: è la donna che ricerca il suo uomo. È la donna paziente, lungimirante e attenta che accompagna a suo modo il suo uomo, che da buon volontario dona il suo tempo libero alla causa. Forse niente di straordinario : dicono i sociologi che, se si fermasse il mondo del volontariato, l’azienda Italia andrebbe in fallimento: è quel terzo settore che affianca quello pubblico e privato, ma ciò che conta è che lo fa gratis. Quindi in tanti ambiti del sociale, per fortuna di tutti, c’è questo esercito di samaritani che ogni giorno si china sulle necessità degli altri. Forse niente di straordinario, ma di importante sì. Come sono importanti queste donne che sanno ascoltare, capire, e rigenerare i loro uomini molte volte stanchi, delusi e incompresi. Queste donne le conosciamo bene: vedendo Paolo penso a Laura, vedendo Claudio penso a Catia, vedendo Alessandro penso a Vanessa, vedendo Carlo penso a Sonia e via così… l’elenco sarebbe molto lungo. Sono loro a riequilibrare l’uomo e la sua giornata. Il Csi ha un riconoscimento ufficiale che è il Discobolo di Mirone, che viene assegnato a persone meritevoli che si sono distinte per attaccamento all’associazione o per servizi importanti: ebbene, quel riconoscimento andrebbe dato – in tutta la gamma dei colori dei tre metalli pregiati – anche a quelle donne che silenziosamente ma efficacemente accompagnano la vita dei Comitati nella persona dei loro uomini. Insomma, nel Csi le donne ci sono eccome! Ci sono anche in prima persona, molte di loro sono impegnate nelle società sportive, negli oratori e nei Comitati, ma soprattutto ci sono accanto alle migliaia di volontari che ogni giorno muovono questa macchina complessa che cerca di fare educazione attraverso lo sport.
Forse invisibili ma indispensabili
Una proposta nel clima dell’8 Marzo: perché non premiare con il Discobolo di Mirone anche le “colonne” femminili dei Comitati?
AUTORE:
Don Leonardo Romizi
consulente eccl. Csi Umbria